L’IDEA
Agesp, un parking per Malpensa
Si vaglia l’ipotesi di creare una maxi-area con navette. «Credibilità utile in un sistema non affidabile». E si potrebbe fare cassa
Dopo un’estate terribile sul fronte delle aree di parcheggio a servizio di Malpensa, spesso al centro di polemiche e foriere di traversie infinite per chi ha avuto la disavventura di lasciare nelle mani sbagliate il proprio mezzo privato, l’anno prossimo potrebbe essere Agesp - quindi di fatto il Comune, che controlla totalmente la società partecipata - a farsi da garante per chi viaggia in aereo e ha la necessità di depositare un veicolo per più giorni in zona.
Per dirla chiara: i vertici dell’azienda bustocca (che ha nella Spa presieduta da Silvia Gatti la propria casa-madre e nel ramo Attività Strumentali il braccio operativo di settore) stanno valutando la disponibilità di una serie di terreni per declinarne uno a questa funzione.
«Abbiamo l’esperienza nel gestire i posteggi cittadini - spiega Gatti - e abbiamo soprattutto l’affidabilità nell’essere una società a controllo pubblico». In pratica, creando un’area di sosta in funzione dell’aeroporto, quindi accogliendo clienti che arrivano presumibilmente da tutto il Nord Italia, la stessa Agesp avrebbe la credibilità e la responsabilità per garantire perlomeno la massima sicurezza ai cittadini che si rivolgeranno a questa attività che si vorrebbe mettere in piedi.
Trattandosi di Agesp, insomma, nessuno può escludere disservizi ma non è pensabile che - come è invece accaduto pochi mesi fa - le macchine depositate vengano spostate da una città all’altra, utilizzate a piacimento dai gestori, quindi posteggiate in zone vietate e senza custodia, tanto da finire multate dalla polizia locale. Invece l’estate scorsa tutto questo, con l’aggiunta di danneggiamenti e sparizioni di chiavi, è avvenuto in varie località, da Somma Lombardo a Magnago, sino alla stessa Busto Arsizio, solo per citare i casi più eclatanti.
Ecco allora che l’ente pubblico bustocco è pronto a trovare una collocazione adeguata a questa proposta, sfruttando (e risistemando) un terreno che non sia strategico per altre finalità ma che si trovi magari vicino alla superstrada 336 che conduce ai Terminal aeroportuali.
«L’obiettivo che dovremo sviluppare prossimamente, anche assieme al subentrante amministratore della Strumentale, è riuscire a inserirci in un settore nel quale abbiamo già ottenuto risultati in città e che potrebbe essere sviluppato in una nuova declinazione», afferma Silvia Gatti. «Non è una soluzione facile da progettare, significa predisporre l’area, la custodia, la gestione e anche il servizio navetta, eppure possiamo farcela». Tutto questo potrebbe anche aiutare i bilanci della sotto-partecipata a migliorare ulteriormente, dopo che il “rosso” di un paio d’anni fa (che raggiungeva il milione di euro) è stato azzerato.
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