LA STRUTTURA
Agra, la Rsa diventa un caso regionale
Scontro tra i principali partiti sulla chiusura della residenza per anziani. E M5S attacca: «Finanziamenti discussi in una cena tra pochi intimi»

La politica regionale si muove su tutti i fronti per chiarire la vicenda che riguarda la residenza socio-assistenziale (Rsa) Albertini Vanda di Agra, casa di cura per anziani inaugurata nel 2015 e ora a rischio di chiusura con la perdita di una cinquantina di posti di lavoro e il trasferimento in altre strutture di una sessantina di ospiti.
La questione è complessa: l’Amministratore dell’istituto, Gianni Caprara, ha raccontato in un lungo documento di aver ricevuto rassicurazioni dai politici locali luinesi e dai funzionari sanitari lombardi di poter ottenere la contrattualizzazione utile per avere il sostegno economico, la quota parte della retta per gli ospiti che garantisce la Regione.
Una decisione del Tar nega però questa possibilità per vicende pregresse della Rsa di Agra; l’Amministrazione annuncia quindi la chiusura puntando il dito sulla politica. Ieri, lunedì 25 settembre, dopo le proteste dei dipendenti e dei parenti, il consigliere regionale di Foza Italia, Luca Marsico ha annunciato che martedì 26 settembre incontrerà una delegazione composta dai dipendenti della Rsa di Agra e da rappresentanti dell’associazione Articolo Tre di Varese.
«Ho avuto modo di leggere l’appello rivolto alla politica da parte dell’Associazione Articolo Tre di Varese che so essere in contatto con i dipendenti della Rsa Albertini Vanda - dichiara Marsico - e ho dato immediatamente la mia disponibilità ad ascoltare la loro voce e le loro ragioni».
Sul fronte politico opposto, Alessandro Alfieri, consigliere regionale del Pd, ha chiesto che Regione Lombardia «si assuma le sue responsabilità».
E ha inoltre sottolineato, annunciando che mercoledì 27 settembre si recherà ad Agra, che la situazione che si sta delineando nella Rsa «desta grande preoccupazione».
Alfieri, che è anche segretario regionale del Pd, ha chiesto quindi un’audizione in Commissione sanità con il direttore generale dell’Ats Insubria, Paola Lattuada, e il direttore generale Welfare regionale, Giovanni Daverio, «per capire se e quale ruolo abbiano avuto, perché è necessario fare chiarezza su una vicenda che rischia di indebolire un fondamentale servizio socio sanitario nell’Alto Varesotto e soprattutto di colpire le famiglie dei pazienti e i lavoratori».
Il Movimento 5 Stelle in Regione, con un documento a firma di Paola Macchi, dopo aver letto la lettera dell’Amministratore della Rsa di Agra punta il dito contro la Lega Nord e contro chi «gestisce soldi pubblici come fossero i propri».
«Ci chiediamo come si possa pensare di garantire l’accreditamento di una Rsa a una cena privata».
Il riferimento è a un presunto incontro tra politici e sanitari per decidere del futuro della casa di cura, incontro riportato nella lettera spedita da Caprara in Regione, «a cui erano presenti rappresentanti politici come l’allora presidente della Commissione Sanità Fabio Rizzi, il vicesindaco del Comune di Luino, il sindaco di Agra ma anche funzionari pubblici di Regione Lombardia come l’attuale direttore della Ats Insubria, il direttore sociosanitario e il Dg al Welfare regionale».
«La contrattualizzazione di una Rsa ha un iter preciso - afferma l’esponente del Movimento 5 Stelle - non è di certo una cena tra amici il luogo deputato a contrattualizzare e a decidere l’esborso di soldi pubblici. Pretendiamo chiarimenti».
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