LA TRAGEDIA
C’è un indagato per il crollo
È l’amministratore della società proprietaria dell’immobile teatro della tragedia. Ieri nuovo sopralluogo dei tecnici in via Marconi
Da ieri il fascicolo aperto a carico di ignoti per omicidio e disastro colposi è passato a noti. Si tratta di Antonino Colombo, amministratore della società proprietaria dell’immobile di via Marconi il cui cornicione è crollato tre giorni fa uccidendo una donna e i suoi due figli. Lo ha confermato il Procuratore della Repubblica di Busto Arsizio Gianluigi Fontana. «La Procura ha inoltre disposto conseguentemente l'autopsia sui corpi delle vittime ed una consulenza sul crollo», ha dichiarato Fontana.
STABILITÀ DELL’EDIFICIO
Ieri mattina il pubblico ministero Nadia Calcaterra è tornata in via Marconi con i carabinieri e gli ingegneri Fabrizio Scapin e Matteo Goggia a cui la settimana prossima verrà conferito l’incarico per gli accertamenti edilizi da compiere. Il sopralluogo è servito soprattutto per osservare le macerie e farsi un’idea di massima sulla dinamica del crollo del cornicione.
E per verificare la stabilità dell’edificio prospiciente, che a quanto pare è a rischio collasso tanto quanto quello franato mercoledì pomeriggio. Prima di dissequestrare lo stabile dovrà essere messo in sicurezza. È del tutto chiaro che i 71 metri di tettoia - profonda tre metri - fossero privi di un contrappeso o comunque di un elemento che li reggesse.
DIVISIONE DELLE STRUTTURE
La fatalità era prevedibile, nonostante ci siano voluti circa venticinque anni prima che si concretizzasse, uccidendo una mamma e i suoi due bimbi. Quella grondaia in muratura a quanto pare era stata realizzata negli anni Novanta, quando i capannoni della ex Bellora vennero ristrutturati con la divisione delle due strutture che fino a quel tempo erano collegate. I lavori erano stati commissionati dai genitori dell’attuale proprietario. Stando alla cassazione (sentenza Poli), il responsabile in caso di tragedie di questa fattispecie è il soggetto che ha materialmente creato il pericolo e che non ha provveduto a rimuoverlo, non importa quanti anni siano decorsi dalla realizzazione.
TESTIMONIANZA DEL MURATORE
A quanto pare la procura ha individuato il soggetto a cui inviare l’avviso di garanzia, che ora dovrà nominare i propri tecnici per partecipare agli accertamenti irripetibili che verranno disposti nei prossimi giorni. Intanto sono al vaglio tutte le testimonianze, soprattutto quella di un muratore che nelle scorse settimane avrebbe notato una crepa nella struttura e che l’avrebbe subito segnalata.
SENTITO IL SINDACO
Ieri sono proseguite le escussioni dei soggetti informati sui fatti, compreso quella del sindaco Mirko Zorzo che, oltre ad aver visto la morte in faccia, deve tutelare la sua comunità. A giorni verrà sentita anche l’unica sopravvissuta al crollo del cornicione, la quarantaduenne di Cassano Magnago ricoverata a Varese con fratture alle vertebre, alle costole, somatiche multiple a livello dorso-lombare giudicate guaribili in venti giorni.
© Riproduzione Riservata