L’ODISSEA
Assolto in appello: «Cinque anni da incubo»
Riabilitato Luigi Serati, l’ex dirigente Aler ed ex assessore di Inveruno

Cinque anni da incubo. La carriera politica finita, quella lavorativa compromessa da un’ombra che solo i giudici avrebbero potuto dissipare. Per arrivare alla sentenza che a questo punto di spera definitiva c’è voluto tempo, e per tutto questo tempo l’ex assessore all’Urbanistica del Comune di Inveruno ed ex dirigente di Aler per la provincia di Milano Luigi Serati è rimasto in silenzio. Fino a oggi, quando preso atto della sentenza di assoluzione emessa dalla Corte d’appello di Milano ha deciso che è venuto il momento di raccontare a tutti quello che ha passato.
«All’inizio del 2012 ricevetti un avviso di garanzia da parte della Procura di Milano - racconta Serati -. Quell’avviso mi ha cambviato la vita, sia a livello umano che profesionale. Ero stato incluso tra gli imputati di un procedimento di chiara matrice politica: indagati c’erano anche Romano La Russa, poi assolto nelle fasi preliminari, e il suo genero Marco Osnato, direttore dell’area gestionale di Aler. Io all’epoca ero direttore della zona Provincia di Aler: io e Osnato fumo accusati di turbativa d’asta, secondo la Procura avevamo frazionato degli appalti in modo da evitare le gare di evidenza pubblica».
Serati è stato assessore all’Urbanistica nel Comune di Inveruno per 15 anni, prima con il sindaco Luigi Garavaglia poi con Maria Grazia Crotti. Ovviamente la notizia dell’indagine che lo riguardava aveva avuto ampia risonanza sui giornali locali e non solo. Come poi aveva avuto risonanza la notizia della sua condanna a sei mesi di reclusione emessa in primo grado dal Tribunale di Milano nel gennaio 2015. «Io non avevo fatto niente di male - ricorda Serati -. Mi ero limitato ad applicare le disposizioni che avevo ricevuto, gli appalti non erano stati frazionati. Semplicemente per rendere più snelle le procedute Aler aveva scelto una strada diversa, affidando la manutenzione degli stabili a diversi soggetti per velocizzare i tempi di intervento. Il sistema funzionava, ma secondo la Procura costituiva una turbativa d’asta».
Ora la sentenza d’appello, che cancella cinque anni di incubo: «Si dice che il tempo sia galantuomo - continua l’ex dirigente - e per fortuna con me lo è stato. Nel marzo 2017 sono stato assolto nel procedimento parallelo che era stato avviato dalla Corte dei conti, il supposto danno erariale contestato era di novemila euro. Lo scorso ottobre, la seconda sezione penale della Corte d’appello di Milano ha definitivamente assolto il sottoscritto da ogni accusa residua». Assolti anche Osnato e Ippolito, mentre come detto La Russa era uscito dal processo già nelle fasi preliminari. «Aspetto di leggere le motivazioni della sentenza». Ma sicuramente è finito un incubo».
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