LAVORO
Altomilanese, un infortunio a settimana
Venerdì a Busto Garolfo l’ennesimo incidente, l’allarme della Cgil: «L’organico di Ats è diminuito del 40%, nelle fabbriche non ci sono controlli»

Un incidente ogni settimana, qualche volta anche due. Sono i numeri degli infortuni sul lavoro nell’Alto Milanese. L’ultimo si è verificato venerdì, con un lavoratore 46 enne che ha subito un trauma toracico cadendo in una cisterna per i cereali in un’azienda di Busto Garolfo. In generale, soprattutto nei mesi estivi, gli incidenti sono stati numerosi nella zona del Legnanese, ma fortunatamente non c’è stato nessun caso mortale.
I numeri confermano: «Il dato infortunistico nel nostro paese, in Lombardia in particolare, non accenna a diminuire – afferma la Cgil Ticino-Olona - Da gennaio a giugno 2022 sono state 65.221 le denunce di infortunio nella nostra regione, il 49,3% in più del 2021 quando le denunce erano state 43.671. Le morti sul lavoro, sempre nei primi sei mesi del 2022, in Lombardia sono state 72 di cui 52 in azienda e 20 in itinere. In Lombardia tre lavoratori, ogni settimana, non rientrano nelle case che hanno lasciato la mattina per andare a lavorare».
Anche il dato relativo al milanese, del quale fa parte anche il comparto Ticino Olona, pur in assenza di numeri scorporati, preoccupa. La provincia di Milano è quella che, nel 2022, ha avuto la crescita maggiore con 27.220 denunce di infortunio (il 66,1% in più rispetto al 2021). Secondo il sindacato è chiaro che qualcosa nell’applicazione delle normative non funzioni. Uno dei problemi andrebbe ricercato soprattutto nella carenza di ispezioni dovuta anche alla mancanza di ispettori e tecnici che possano garantire un numero sufficiente di controlli che scoraggi certi comportamenti. Secondo la Cgil, oggi in Lombardia l’organico delle Agenzia di tutela della salute nell’area della prevenzione è del 30/40% inferiore a quello di 10 anni fa.
Inoltre, vi sarebbe la mancanza di una corretta informazione, formazione e addestramento prima di arrivare all’attività lavorativa. L’invito del sindacato è al Governo e a Regione Lombardia affinché intervengano, soprattutto riguardo alle ispezioni che, nel 68% degli interventi, rilevano irregolarità e comportano, con sanzioni, il conseguente adeguamento alle norme per le aziende visitate. Altrimenti nelle fabbriche si continuerà a registrare incidenti.
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