ANIMALI
Amate le farfalle? Allevatele in casa

È irresistibile il fascino emanato dal battito di ali delle farfalle. Colorate, regali sono esseri magnetici. C’è chi anche chi le ama così tanto da allevarle. Succede nel basso Varesotto, dove Lucia Lasalvia, classe 1977 e medico dell’Asst Valle Olona, nella sua casa fa nascere decine di bellissime farfalle. Si chiamano Ludmilla, Anastasia e sono dei macaoni mentre il loro nome scientifico è Papilio machaon, sono lepidotteri appartenenti alla famiglia Papilionidae. «Le farfalle - parola di medico - regalano gioia anche agli allevatori».
Dottoressa Lasalvia, come è nata la passione per le farfalle?
«Ho sempre avuto la passione per gli animali come compagni di vita. Mi affascina conoscere i loro cicli vitali, le abitudini, i comportamenti, l’alimentazione. Fin da ragazzina ho avuto a che fare con criceti e ricci africani, di conseguenza ho dovuto imparare a convivere e ad allevare le camole della farina che loro adorano ma che all’inizio mi creavano davvero ribrezzo. L’interesse per le farfalle è nato un po’ per caso venendo a conoscenza di alcuni progetti di ripopolamento».
Ovvero?
«In Italia esistono più di 280 specie di farfalle diurne ma, purtroppo, molte di queste sono in via di estinzione per diverse cause tra cui le più importanti sono il cambiamento climatico e la sottrazione degli habitat naturali, dovuta alla deforestazione e alla cementificazione. Vari progetti di ripopolamento mirano proprio a riportare l’attenzione su questi insetti che appartengono all’ordine dei Lepidotteri. Da una parte i progetti puntano alla conservazione della biodiversità, dall’altra si impegnano a conservare degli insetti fondamentali a livello ecologico. Le farfalle, insieme alle api, garantiscono l’impollinazione delle colture, rimuovono sostanze in decomposizione, predano insetti dannosi e sono alla base della catena alimentare di molti animali, uomo compreso. Le farfalle sono delle risorse fondamentali».
Quindi il passo successivo è stato quello di allevarle.
«Poiché aumentava il mio interesse, ho iniziato a studiare i vari tipi di farfalla esistenti al mondo e a conoscere molti allevatori italiani e stranieri. Sono andata alla ricerca di informazioni sulla loro vita, sulle differenze tra le specie, la distribuzione geografica, l’alimentazione. Mi hanno aiutato alcuni siti internet, libri, gruppi di allevatori su Facebook e altri appassionati come me che si sono prodigati a fornirmi spiegazioni e a svelarmi molti trucchetti che non si trovano scritti da nessuna parte».
Come ha scelto le sue farfalle?
«Ho deciso di allevare principalmente Cavolaie maggiori e Macaoni (Papilio machaon), quest’ultima è la più bella farfalla esistente. È regale. Il mio obiettivo principale è quello del ripopolamento, quindi ho scelto solo specie autoctone. I bruchi di ogni specie si cibano di una o poche piante nutrici. Allevare specie autoctone facilita il reperimento di tali piante. È molto facile per esempio allevare la Cavolaia maggione (Pieris brassicae) e la Vanessa del cardo (Vanessa cardui). Di alcune specie poi possono esistere anche differenti forme o sottospecie che la selezione naturale ha favorito in determinare aree. È fondamentale quindi non improvvisarsi allevatori, ma scegliere con attenzione e rispettare la natura».
Quali emozioni per la prima farfalla?
«La prima farfalla è vissuta solo due giorni, e avevo già deciso che non era per me. Ero troppo triste. Mi chiedevo che senso avrebbe avuto far nascere degli insetti così spettacolari per farli morire? Poi con amore e pazienza, ho messo in pratica tutti gli insegnamenti appresi e sono riuscita a compiere l’intero ciclo vitale, a liberare in natura degli esemplari magnifici e ad essere pronta per il nuovo anno».
Quali sono i momenti più affascinanti dell’allevamento?
«Uno di questi è l’ultima muta con la formazione della crisalide (o pupa): il bruco appeso viene scosso da movimenti ritmici. Improvvisamente la cuticola esterna si spacca e si sfila pian piano lasciando emergere una forma aliena: emerge la crisalide, una struttura completamente diversa dal bruco, che diventa man mano più rigida e consistente. Nel giro di circa 4 giorni assume l’aspetto definitivo e, solo in caso di necessità, può essere toccata e spostata. Altra fase che ha davvero qualcosa di magico è lo sfarfallamento. Come può un piccolo bruco, per quanto carino possa essere, dare origine a una farfalla, così perfetta, leggiadra, munita di minuziosi particolari e di colori vivaci? La nascita di una farfalla è un piccolo miracolo».
Veronica Deriu
© Riproduzione Riservata