IL DELITTO
"Ammendola voleva uccidere"
Omicidio al camping, il gip convalida il fermo e ribadisce la misura cautelare del carcere per il killer di Marino Bonetti: "Delitto maturato in contesto disperato". Il sindaco di Azzate incontra i residenti sotto sfratto: "Apriamo uno sportello per regol
Il fermo di Maurizio Ammendola, 47 anni, l’ex guardia giurata che la sera di domenica 23 giugno ha ucciso con un colpo di pistola Marino Bonetti, suo coetaneo, artigiano e vicino di casa nel camping Sette Laghi, è stato convalidato dal giudice delle indagini preliminari Giuseppe Battarino.
Che ha poi disposto per l’indagato la misura cautelare della custodia in carcere, così come richiesto dal sostituto procuratore Sabrina Ditaranto, che coordina le indagini della Questura.
Il gip concorda anche sull’accusa che va mossa ad Ammendola, difeso dall’avvocato Maria Cristina Filiciotto: in una delle casette del camping la sera del 23 giugno sarebbe avvenuto un omicidio volontario con dolo d’impeto, ovvero, secondo il diritto penale, un crimine frutto di una decisione improvvisa e subito eseguito, senza nessun intervallo fra pensiero e azione.
Al momento la magistratura non crede dunque alla spiegazione dell’indagato - il grilletto sarebbe stato premuto per errore - e non è servito ad Ammendola ribadirlo per un’ora e mezza durante l’interrogatorio di convalida del fermo, la mattina di mercoledì 26 giugno nel carcere dei Miogni.
In un’ordinanza di sette pagine il gip punta però il dito anche contro il "contesto" in cui sarebbe maturato lo sparo fatale. Nessun concorso morale di terzi nell’accaduto, ma il magistrato rileva che quella di domenica al camping sarebbe stata una giornata allucinante, con una riunione molto accesa e poi con discussioni tra gruppi di residenti in cui persone in preda alla disperazione, dopo una serie di sconfitte giudiziarie e con lo spettro dello "sfratto" ormai vicinissimo, sarebbero arrivate a invocare gesti eclatanti, in qualche caso dopo aver bevuto un po’ troppo.
Nel frattempo, la sera di mercoledì 26 giugno il sindaco di Azzate ha incontrato i residenti, aprendo loro uno sportello dedicato - e battezzato "Sette Laghi" - per cominciare l'iter per regolarizzare le varie posizioni. Cioè per stabilire le modalità del ripristino ambientale.
Resta dunque in vigore solo formalmente il termine giudiziario di domenica 30 giugno per lo sgombero della residenza. Il termine resta infatti sospeso fino all'8 luglio per consentire al Comune di Azzate e ai residenti di produrre la documentazione necessaria alla Procura della Repubblica.
Altri servizi sulla Prealpina in edicola giovedì 27 giugno.
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