L’UDIENZA
Anziano circuito, a processo colf di Tradate
Raggiro da 2 milioni: 40enne accusata di circonvenzione d’incapace

Il processo per circonvenzione di incapace - vittima il facoltoso imprenditore tradatese Angelo Speroni, deceduto a 85 anni a fine 2021, al quale sarebbero stati sottratti denaro e beni per un valore di due milioni di euro - è iniziato ieri mattina, venerdì 20 ottobre, con l’ammissione delle prove e con la fissazione della data in cui saranno sentiti i primi testimoni, nel prossimo mese di febbraio. Un’udienza tecnica e rapida, quella davanti al giudice Andrea Crema, che ha visto però il difensore dell’imputata, ex colf dell’anziano, l’avvocato Luca Carignola, andare subito all’attacco, con la richiesta di inutilizzabilità della perizia disposta dal gup con la formula dell’incidente probatorio.
La perizia avrebbe dovuto - secondo il legale - limitarsi a stabilirsi la capacità a testimoniare di Speroni, allora naturalmente ancora in vita, e invece concluse che era totalmente incapace di intendere e di volere, indicando inoltre una cronologia dell’aggravarsi delle sue condizioni psichiche a partire dal 2012. Del resto, la quarantenne rumena sotto processo ha sempre respinto l’accusa di circonvenzione di incapace, sostenendo che non fu destinataria di tutte le dazioni di denaro e che il resto finì nella sua disponibilità per libere e consapevoli decisioni del datore di lavoro, con il quale aveva un rapporto affettivo molto stretto. E quindi, dato che il capo d’imputazione fa riferimento a “regali” in un arco di tempo che va dal 2013 al 2020, al “cuore” del processo ci sarà proprio il tentativo, non facile, di stabilire come declinò la salute mentale della vittima nel corso degli anni vissuti con la colf al fianco.
LA LINEA DIFENSIVA
L’avvocato Carignola ha riferito che la richiesta di perizia sulla capacità a testimoniare fu presentata evidenziando età e patologie di cui soffriva l’anziano, dal 2020 con un amministratore di sostegno. Ma poi il quesito posto al perito fu invece relativo a una sua «attitudine a essere circonvenibile»: da qui «un’incongruenza e un’incoerenza» che secondo il difensore renderebbero oggi inutilizzabile l’incidente probatorio. All’eccezione si sono opposti sia il pubblico ministero Arianna Cremona sia i legali di parte civile, che rappresentano i familiari di Angelo Speroni, gli avvocati Paolo Bossi e Federico Emiliani. Sostenendo, in parole povere, che la difesa avrebbe potuto eccepire rispetto al quesito nel momento in cui fu formulato, e non lo fece, dato che il relativo verbale dell’udienza davanti al gup riporta «nulla opponendo le parti».
BONIFICI E ASSEGNI
Sempre nel capo d’imputazione si fa riferimento a bonifici e assegni a favore della donna per oltre 80mila euro, a prelievi di contanti dal conto corrente dell’anziano per quasi 640mila euro, a una polizza vita da 500mila euro, a un finanziamento da 50mila e alla gestione di un uliveto e di altre tenute agricole in Liguria, ma anche a un bonifico da 200mila euro in Romania per l’acquisto di una tenuta “casa di caccia” e ad altri bonifici ad altri rumeni per 174mila euro. A proposito della tenuta in Romania va precisato inoltre che l’imprenditore per cinque anni mantenne l’usufrutto della proprietà, ma poi cambiò idea e rinunciò. Mentre per quanto riguarda gli altri stranieri “beneficiati”, dovrà essere il processo a chiarire se ci fossero rapporti tra il tradatese e queste persone, e di quale natura. La vicenda giudiziaria è iniziata alla fine del 2020, quando per l’anziano fu disposta appunto l’amministrazione di sostegno e il flusso di “regali” verso la colf si interruppe.
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