PALERMO
Appalti sanitari truccati per 130 milioni, 10 indagati a Palermo

(ANSA) - PALERMO, 13 GIU - La gestione degli appalti nella
sanità siciliana sarebbe stata in mano a un comitato d'affari
criminale composto da dirigenti pubblici, lobbisti, imprenditori
del settore di livello nazionale e loro collaboratori legati da
contiguità con esponenti politici di rilievo: l'ennesimo
scandalo in un settore più volte finito nel mirino degli
inquirenti è stato scoperto dalla Procura di Palermo che ha
chiesto e ottenuto dal gip misure cautelari per 10 indagati.
Nella richiesta i magistrati, che ipotizzano turbative d'asta di
gare per 130 mln, parlano di una sanità "affetta da una
corruzione sistemica". L'inchiesta, che è l'ultimo capitolo di
una maxi indagine degli anni scorsi sugli appalti truccati nella
sanità portata avanti dai pm coordinati dal procuratore Maurizio
de Lucia, è stata condotta dalle Fiamme Gialle del comando
provinciale Palermo che hanno dato esecuzione a un'ordinanza
applicativa di misure cautelari personali dopo gli interrogatori
preventivi, ora previsti per legge, disposti dal gip nei
confronti degli indagati accusati, a vario titolo, di
corruzione, turbata libertà degli incanti, turbata libertà nel
procedimento di scelta del contraente, emissione e utilizzo di
fatture per operazioni inesistenti. Agli indagati sono state
notificate misure cautelari che vanno dagli arresti domiciliari,
agli obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, agli
obblighi di dimora e ai provvedimenti interdittivi.
Per avvantaggiare le imprese amiche i pubblici funzionari
coinvolti avrebbero anticipato ai loro referenti documentazione
riservata relativa a gare ancora da bandire, avrebbero costruito
capitolati su misura sulla base delle indicazioni ricevute dagli
interlocutori arrivando ad annullare i bandi non graditi alle
stesse imprese.
L'inchiesta ha anche svelato manovre volte a condizionare la
formazione delle commissioni aggiudicatrici, inserendo
componenti ritenuti "affidabili". (ANSA).
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