IL FENOMENO
Motocross nei boschi, moda (vietata)
Gev presto dotate di body cam. Multe salate ai trasgressori

Con l’arrivo della bella stagione tornano gli escursionisti sulle nostre montagne, ma riprende anche la pratica abusiva del motocross lungo i sentieri e nei boschi, nel cui contrasto sono impegnate le guardie ecologiche, volontari che hanno il compito di tutelare l’ambiente e far rispettare le regole.
Osvaldo Mussini, responsabile delle Gev della Comunità montana del Piambello, dice: «Puntuali come ogni anno sono riprese le scorribande in moto nei boschi e sui sentieri, anche di gruppi di motociclisti organizzati, molti dei quali provenienti da fuori provincia. C’è la convinzione di poter fare tutto quello che si vuole. Spesso non ci si ferma all’intimazione delle guardie e si cerca di non essere identificati, anche circolando con targhe contraffatte».
Le Gev, che durante i controlli si trovano a doversi confrontare con reazioni inattese a rischio della loro incolumità, verranno presto dotate di body cam, piccole telecamere da indossare, che consentono di riprendere quanto accade.
«Sono una cinquantina - dice Mussini - i verbali che facciamo nel corso dell’anno. La sanzione per il transito non autorizzato va da un minimo di 118,78 euro ad un massimo di 356,34 euro, salvo violazioni più gravi che comportano, oltre a multe di maggiore entità previste dal Codice della strada, anche conseguenze giudiziarie. E’ in corso, per citare un caso recente, la procedura a carico di un motociclista sorpreso con una targa contraffatta sul monte Piambello, tra il territorio di Valganna e quello di Cuasso al Monte».
Nel territorio di Induno, gli abitanti di Frascarolo, borgo alle falde del monte Monarco, hanno notato un aumento dei motociclisti sulla strada che sale al Montallegro, ma anche su quella che dal rione Motta porta alla Strada piana ed ai laghetti. Mussini, che ha ricevuto segnalazioni in merito, spiega: «Sulla strada che da Frascarolo sale al Montallegro il transito dei veicoli è consentito e non si applica la normativa regionale. Certo è presumibile che i motociclisti la utilizzino per raggiungere sentieri che invece non possono percorrere, come quello che dal Montallegro porta alle vetta del Monarco e quelli che scendono verso la Valganna».
Mussini precisa: «Ci sono zone nelle quali l’uso della moto è consentito. La normativa regionale vieta il transito dei mezzi a motore, ad eccezione di quelli di servizio, su sentieri, mulattiere, nei boschi e nei pascoli e sulle strade agro-silvo pastorali. Su queste ultime devono però esserci cartelli di divieto di transito collocati dai Comuni».
«Purtroppo – osserva Mussini - la pratica non autorizzata del motocross, con moto da enduro e quad, continua ad essere diffusa, senza rispetto dell’ambiente e della fauna ma anche creando disturbo e mettendo a rischio l’incolumità degli escursionisti, tra cui famiglie con i bambini».
Nel comprensorio del Piambello il territorio da controllare è molto esteso. In Valceresio, tra le zone più battute dai motociclisti ci sono quelle dei monti Orsa, Pravello e Grumello nei Comuni di Besano, Porto Ceresio, Viggiù, Saltrio e Clivio, anche all’interno dell’ambito del Monte San Giorgio tutelato dall’Unesco per i fossili del Triassico e poi i sentieri che dalla Ravasina di Bisuschio, sopra il laghetto Cicogna, salgono verso Cuasso al Monte, nel Parco delle Cinque Vette. Dalla Valmarchirolo, i motociclisti raggiungono invece i monti Marzio, Piambello e La Nave.
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