L’APPELLO
Arcisate, troppe moto nei boschi: «Intervenire subito»
Amici della Terra sollecita le istituzioni a fare qualcosa. Le guardie ecologiche: «Persone a rischio e danni alla fauna»

Dopo l’incidente di motocross avvenuto sabato 25 febbraio sulla pista di Arcisate, l’associazione “Amici della Terra” di Varese ha inviato una richiesta urgente d’intervento al sindaco Gianluca Cavalluzzi e, per conoscenza, a Prefettura, Carabinieri forestali, Provincia, Comunità Montana del Piambello e Regione Lombardia.
L’AREA VINCOLATA
«Legambiente Valceresio ci ha scritto per denunciare la pratica del motocross in un’area vincolata - si legge nella missiva -. Anche noi osteggiamo fin dalla nostra costituzione, agli inizi degli anni Ottanta, il motocross contrario alle regole. Da allora, però, nulla è stato fatto. Il motocross viene praticato sempre di più e da persone che vanno ad alta velocità e che neppure si fermano agli alt delle Guardie ecologiche. Tra l’altro spesso non ci sono le targhe dei mezzi, con le quali si possa risalire al proprietario. Ogni anno si leggono puntualmente le lamentele delle Gev del Piambello, coordinate da Osvaldo Mussini».
LA RICHIESTA DI LIMITI
“Amici della terra” ha così richiesto alla Regione di porre, in maniera molto chiara, dei limiti alla pratica del motocross, sia per tutelare la sicurezza dei gitanti, sia per il rispetto della natura. «È incredibile che la Regione paghi annualmente il rifacimento dei sentieri che vengono manomessi dal passaggio delle moto - recita ancora il documento - e poi dia ancora nuovi soldi senza avere la capacità di porre delle regole precise. Ci sono valori e valori e noi vorremo che ci fosse il rispetto per l’ambiente e si verificasse il recupero delle zone degradate».
PEDONI A RISCHIO
Il presidente dell’associazione Arturo Bortoluzzi chiede al sindaco arcisatese di scrivere alla Regione Lombardia ponendo queste stesse questioni. In effetti le Guardie ecologiche volontarie della Comunità montana del Piambello denunciano da anni il fatto che ci siano molti crossisti che, nei boschi della Valceresio come di tutto il territorio del Piambello, usano sentieri forestali per divertirsi con le loro motociclette senza curarsi del pericolo causato ai pedoni e dei divieti esistenti per buona parte dei tracciati.
«Soprattutto il Piambello diventa tutta un’area di sfogo per questi soggetti - sostiene il comandante delle Gev Osvaldo Mussini -, che non s’accontentano di percorrere i sentieri consentiti, ma passano anche in quelli agrosilvopastorali. Esistono delle vie consorziali sulle quali potrebbero scorrazzare, ma, evidentemente, per loro non sono abbastanza. A pagare lo scotto di questa inciviltà non sono solo i frequentatori dei boschi, ma pure la fauna locale, perché, quando è il momento della riproduzione, i rumori roboanti spaventano gli animali, interrompono le nidiate e creano grossi problemi a tutto l’ecosistema».
GLI SCONFINAMENTI
Diversi crossisti arrivano in Valceresio perché c’è una pista autorizzata ad Arcisate, in zona Bevera, ma poi allargano il proprio raggio d’azione ai boschi vicini. Spesso, intercettati dalle Gev, non si fermano agli alt e scappano. «Prima facevamo dei blitz insieme alla Faunistica e alla Polizia locale - conclude Mussini -, poi questi interventi congiunti sono andati a scemare, soprattutto per motivi economici e di carenza del personale».
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