L’ATTACCO
Medico aggredita da paziente
Dottoressa si barrica in ambulatorio e chiama le forze dell’ordine: «Situazione grave»
Per sfuggire alla furia di un utente, è stata costretta a barricarsi all’interno dell’ambulatorio.
L’altra sera, lunedì 20 gennaio, una dottoressa in servizio alla Guardia medica di Arona è stata insultata.
Ci si è fermati a un’aggressione verbale e non si è arrivati a una fisica probabilmente solo perché il medico è riuscita a chiudersi nel locale, situato nel complesso una volta sede dell’ospedale «Santissima Trinità», e a chiamare le forze dell’ordine che sono intervenute prontamente e che ora sono impegnate nelle indagini per dare un nome al responsabile di quanto successo.
«Si tratta solo dell’ultimo episodio che ci è stato segnalato - afferma il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Novara Federico D’Andrea - e che conferma una situazione di profondo disagio che vivono gli operatori del Servizio di continuità assistenziale, costretti a convivere con ansie e paure per la propria incolumità. Senza dubbio quanto accaduto ripropone il tema della sicurezza».
Già nel 2018 l’Ordine si era fatto promotore di un questionario sul tema delle violenze, e nel 2019 ha organizzato un incontro con rappresentanti anche dell’Asl Novara, dell’Azienda ospedaliera universitaria «Maggiore della carità» di Novara e dei sindacati.
Proprio dall’Asl Novara viene sottolineato «che sono già stati presi ulteriori provvedimenti per potenziare la sicurezza degli operatori nelle varie sedi, come previsto dall’apposito piano. Questo, d’altra parte, è un tema a cui la direzione generale presta da sempre la massima attenzione. Nel caso specifico di Arona, è stata assicurata la presenza dei vigilantes anche all’interno della Guardia medica».
La situazione è grave in tutta l’Italia tanto che questa problematica è stata al centro di un recente incontro con il ministro della Salute Roberto Speranza.
Conclude D’Andrea: «È stata condivisa la necessità di potenziare le difese passive degli ambulatori e le tutele per le visite domiciliari, anche perché la verità è che la continuità assistenziale ha ormai perso il suo ruolo istituzionale di organo che deve intervenire in casi di “urgenza indifferibile” per diventare una sorta di ambulatorio».
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