LA REAZIONE
"Basta fango sull scuola bosina"
Genitori dei piccoli studenti in rivolta: troppo clamore mediatico, qui i nostri figli imparano e sono protetti
Ore 12.45: suona la campanella, genitori e nonni arrivano alla spicciolata in via Stadio per riportare i bambini a casa.
Davanti ai loro occhi, però, non c’è un cancello qualsiasi, ma quello della Scuola bosina, fondata dalla moglie di Bossi, Manuela Marrone, nel 1998, oggi balzata agli onori della cronaca per l’inchiesta sull’utilizzo dei rimborsi elettorali della Lega.
Da giorni, le telecamere si sono accese sull’istituto privato vicino al Palazzetto dello Sport che conta scuola per l’infanzia, primaria, secondaria di primo grado e liceo linguistico: tutti paritari.
Lunedì 16 aprile si terrà una riunione con docenti e genitori: «Il momento di pressione mediatica è fortissimo, ma continuiamo a lavorare con la massima serenità, la stessa che vorremmo trasmettere alle famiglie», spiega il presidente Bruno Specchiarelli, assessore provinciale (il vice è il presidente della Provincia di Varese, Dario Galli).
Poco più di trecento gli iscritti. Poca voglia di parlare, tra loro, anche se le interviste vengono respinte con gentilezza, dopo i nervosismi dei giorni scorsi: «Soldi del partito girati alla scuola? A noi non interessa - dice una mamma -. L’importante è che i nostri bambini stiano bene, ed è così. Questo è un ambiente sicuro, tranquillo. E non siamo tutti leghisti... figurarsi, io sono pure meridionale».
Alla vista dei taccuini, il personale chiede spiegazioni: «Non diciamo nulla - dicono con tranquillità - ma sono state dette molte cose false. Questa è una scuola bellissima, che viene infangata».
Nella storia ultradecennale, dalla prima sede di Calcinate del Pesce a quella di Masnago (dal 2004), sui banchi padani sono passati anche figli di immigrati, non solo lumbard doc. Le famiglie respingono ogni facile etichettatura: «Ma andate a guardare come sono ridotte le scuole pubbliche, poi ne riparliamo - sbotta Alessandro -. Abbiamo scelto questo ambiente per gli orari, la qualità didattica, un sistema educativo in cui ci riconosciamo, non certo per la politica. Il cancello è chiuso, i piccoli sono protetti. Alle voci poi non crediamo, dev’essere ancora tutto provato. Aspettiamo il responso della magistratura, la scuola non c’entra niente e soprattutto non c’entrano i bambini».
E’ lo stesso monito rivolto da altre mamme, che chiedono di non trascinare i piccoli nella tempesta mediatica: «Chiediamo rispetto, arrivano telecamere, giornalisti, ora basta, non ne possiamo più - dicono -. La vicenda giudiziaria non ci riguarda: i nostri figli stanno bene».
Lasciando un istituto statale e venendo qui - aggiunge qualcuno - «mia figlia è rinata, è felice e impara. Fossero tutte così, le scuole...».
Difficile trovare una voce critica. Roberto abbraccia la sua bambina e riparte per casa, non prima di aver elogiato un ambiente bello e sereno: «A qualcuno può dar fastidio che un partito sostenga una scuola, ma noi ci troviamo benissimo. E non fa piacere essere sotto assedio. Questa realtà deve andare avanti, gli orari e la didattica sono perfetti, i costi in linea con le altre private».
Le tariffe, divise per ogni grado, sono indicate sul sito Internet, dove compare anche una news su un prossimo spettacolo. In lingua inglese.
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