LA NOMINA
Poltrona esplosiva a Bellora
L’ex sindaco di Cardano scelto come presidente di Accam per il dopo Bordonaro

Angelo Bellora ci ha messo il coraggio indispensabile per farsi avanti in un momento tanto drammatico. L’assemblea dei ventisette Comuni soci di Accam, ieri pomeriggio, venerdì 7 giugno, ha invece usato quel buon senso che ha permesso di vincere le vecchie logiche partitiche e la sete di poltrone.
Così, appunto da poche ore, l’ex sindaco di Cardano al Campo (il cui mandato amministrativo è scaduto solo una decina di giorni fa) è di fatto il nuovo presidente di Accam Spa.
Un incarico non certo ambito, in primis perché Bellora assume il compito di guidare fuori dalla tempesta una società che sta vivendo il periodo più drammatico della sua storia, visto che la presidente che c’era prima, Laura Bordonaro, è agli arresti domiciliari, così come il consigliere Alberto Bilardo è in carcere, proprio con l’accusa di aver utilizzato l’azienda di smaltimento rifiuti per favorire incarichi e consulenze all’interno di un sistema corruttivo.
Tutto questo decapitando una Spa che già di suo non viaggiava spedita, viste le incertezze sul mantenimento della sua conformazione completamente pubblica (la famigerata questione dell’in house) e bilanci resi precari dai continui cambi di indirizzo sulla data di chiusura dei forni di termovalorizzazione.
Così, in un quadro complessivo che avrebbe invitato chiunque a girare al largo dall’impianto di Borsano (oltretutto l’emolumento non è certo consistente, si tratta di 18mila euro lordi all’anno), è stato Bellora ad accettare l’invito di alcuni primi cittadini, consapevole di avere una certa conoscenza della questione rifiuti.
D’altronde fino a due settimane fa costui ha preso parte alle riunioni da socio, distinguendosi per moderazione e propositività in tutti i suoi interventi. Tutte caratteristiche che gli ex colleghi sindaci hanno apprezzato, sostenendone con forza la candidatura, senza particolari distinzioni di colore.
Già tre giorni fa si era altresì cercato di farlo eleggere, ma dai vertici regionali della Lega era stato ordinato un rinvio di qualche giorno per ragionare sull’opportunità di consegnare a un esponente del Pd il ruolo di salvatore di una società che oggi presenta nel pacchetto azionario una maggioranza tendenzialmente di centrodestra.
Ma proprio i sindaci del fronte opposto all’ex sindaco sono stati i primi a sposare l’ipotesi che fosse lui a lavorare per sventare il fallimento.
E la ventilata ipotesi che il Carroccio presentasse un proprio nome di fiducia (a un certo punto si è parlato di un manager proveniente dalla bergamasca) ieri è sfumata del tutto. Dando così al politico cardanese le chiavi di un cda chiamato a riprendere il percorso gestionale e quindi di un inceneritore dal presente molto tormentato e soprattutto dal futuro che resta comunque appeso a un filo.
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