CLUB IN DIFFICOLTÁ
Benecchi: «Trame contro il Varese»
Il presidente: «In settimana redistribuzione delle quote. Gli ultras? Meglio stare vicini alla squadra»

Il tentativo del presidente Claudio Benecchi di buttare acqua sul fuoco biancorosso, dopo lo sciopero dei giocatori e la contestazione degli ultras, è chiaro, ma gli animi bollenti (di squadra, rimasta senza rimborsi, e tifosi, stanchi di annunci e promesse) potranno calmarsi solo con i fatti e su questo fronte il numero uno del presidente garantisce.
«In settimana sistemeremo la questioni dei rimborsi spese alla squadra e stabiliremo l’assetto societario definitivo» assicura.
Come già noto, Fabrizio Berni non ne farà parte formalmente, ma potrebbe esserci un suo disimpegno?
«Non posso dire né questo né il contrario - risponde Benecchi -. I personaggi che abbiamo presentato saranno in sede in settimana per il passaggio e la distribuzione delle quote, inoltre definiremo gli incarichi societari».
Il Varese ha vissuto una settimana di agitazione tra lo sciopero della squadra e l’incontro voluto dai tifosi.
«L’incontro con gli ultras è stato dettato dalle loro motivazioni che sono state create e amplificate dalla loro immaginazione. Più che un colloquio è stato un monologo con i tifosi arrivati per urlare addosso alla gente. Ci hanno chiesto di non giocare ma la squadra ha scelto di scendere in campo e credo sia stata la cosa più giusta da fare. Ai tifosi ho dato rassicurazioni e sono tornato a parlarci più in tranquillità a inizio partita. Li ho invitati a entrare allo stadio perché chi vuol bene al Varese gli sta vicino».
Benecchi giustifica così la situazione della squadra.
«La realtà dei fatti è che c’è stato uno scollamento delle attività dovute a un problema di salute di Berni, oltre al lutto mio personale per la scomparsa di mio padre. La squadra si è sentita abbandonata, cosa che non era nei nostri pensieri, e per dare un segnale forte ha optato per lo sciopero, forse mal consigliata. Questo ha aumentato i toni e le incertezze».
Che cosa succede adesso?
«Gli investitori che vogliono subentrare in questo progetto sono rimasti alla finestra a guardare gli ultimi eventi che di certo non hanno aiutato. Forse la situazione è stata fomentata da soggetti con altre finalità. Chi? Non lo so, forse qualcuno che vuole portare il Varese in altre mani, la logica mi porta a trarre queste conclusioni - dichiara il presidente del club -. Investitori e sponsor sono pronti e il progetto prevede cifre importanti e una durata di cinque se non dieci anni. Questo passa anche dalla benedetta convenzione col Comune per l’utilizzo dello stadio. Su quel fronte, dopo il confronto di qualche settimana fa, siamo in attesa della risposta dell’amministrazione, anche per perfezionare l’ingresso di investitori provenienti dall’estero, ai quali però servono trasparenza e certezze».
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