IL CASO
Troppi profughi: ultimatum del sindaco
Ordinanza: ridurre gli ospiti nella struttura di Besnate e certificato d’agibilità entro 30 giorni

L’immobile di via Monte Rosa, a Besnate, dove dalla scorsa estate sono ospitati i richiedenti asilo, non ha il certificato di agibilità e nei suoi spazi non possono abitare più di 13 persone, al massimo 16 per un periodo limitato di tempo (3 mesi). Pertanto il sindaco Giovanni Corbo, con un’ordinanza pubblicata mercoledì 31 gennaio, ha intimato alla cooperativa che gestisce gli immigrati e ai proprietari dell’abitazione di mettersi in regola entro 30 giorni.
E’ questo l’ultimo atto di una storia iniziata il 5 luglio 2017, quando personale comunale e sanitario dell’Ats Insubria hanno fatto un sopralluogo congiunto per valutare le condizioni igienico sanitarie del centro di accoglienza. Vi riscontrarono un sovraffollamento, 31 persone anziché le 15 che sarebbero dovute arrivare secondo quanto assicurato dal prefetto di Varese.
Fu proprio questa eccedenza la ragione dello sciopero della fame messo in atto dal primo cittadino, proprio per chiedere il rispetto del numero concordato.
Un fatto che ebbe un vasto clamore mediatico, sia locale sia nazionale. Corbo decise di interrompere lo sciopero dopo alcuni giorni quando il prefetto Giorgio Zanzi gli assicurò che avrebbe ridotto la presenza dei profughi. Alcuni vennero trasferiti e in via Monte Rosa ne restarono 23. Un accordo fra Comune e cooperativa ha consentito di impegnare queste persone, a titolo gratuito, in lavori socialmente utili. Si sono adoperati nella pulizia delle strade e nel mantenere in ordine il cimitero, opera apprezzata da molti besnatesi.
A novembre c’è stato un ulteriore sopralluogo congiunto (personale comunale e sanitario) e nel verbale sono stati certificati la mancanza di un’apertura di aerazione nella cucina e l’inadeguatezza della canna di esalazione per la cottura dei cibi, due manchevolezze a cui è stato posto rimedio.
Ma le irregolarità più gravi accertate sono due.
La prima riguarda l’elevato numero di persone presenti nel centro di accoglienza di via Monte Rosa.
Infatti la superficie della struttura è sufficiente per 13 persone, al massimo per 16 ma per un periodo limitato. La seconda, l’assenza del certificato di agibilità.
La cosa grave è il fatto che la documentazione a suo tempo presentata agli uffici comunali riguardi immobili diversi rispetto a quello che dà alloggio ai rifugiati. Con l’ordinanza il sindaco Corbo diffida pertanto la cooperativa a trovare collocazione entro 30 giorni alle persone in eccedenza e ai proprietari di certificare l’agibilità dell’unità immobiliare.
Per il sindaco è un atto dovuto. Sottolinea che la richiesta di sopralluogo all’Ats è stata di iniziativa comunale per verificare il rispetto delle norme e che tutto è stato fatto informandone il prefetto. Corbo si augura che venga trovata una collocazione adeguata degli ospiti in soprannumero. Nota critica invece del consigliere di minoranza Camillo Luini (Indipendenti): «Cosa succederebbe ad un besnatese “normale” se adottasse un tale comportamento di “aggiramento” delle norme?».
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