L'INCHIESTA BIS
"Biggiogero inattendibile"
Caso Uva, spiegata la richiesta di archiviazione per le accuse contro le forze dell'ordine. Intimidazioni di Abate? Un video li denuncia ma mostra un quarantesimo dell'interrogatorio
Alberto Biggiogero?
Un testimone "totalmente inattendibile", in ultimo "per sua stessa ammissione".
Il presunto arresto illegale di Giuseppe Uva, avvenuto nelle prime ore del 14 giugno 2008?
Non ci fu, perché portare in caserma Uva e l’amico Alberto servì a tutelare "l’incolumità pubblica", messa a rischio dai blocchi stradali provocati dai due.
E l’omissione di soccorso?
Anch’essa non ci fu, perché non ci fu "alcun ritardo" da parte di carabinieri e poliziotti nel chiamare il 118 nel momento in cui Uva iniziò a compiere atti di autolesionismo, mentre in precedenza risultava semplicemente ubriaco e agitato.
Ecco i motivi per cui i pubblici ministeri Sara Arduini e Agostino Abate hanno chiesto per la seconda volta al gip Giuseppe Battarino di archiviare le posizioni dei due carabinieri e dei sei poliziotti coinvolti nel "caso Uva" (la morte del quarantatreenne in ospedale dopo un passaggio in caserma e dopo un trattamento sanitario obbligatorio).
Decisione arrivata dopo tre mesi di indagini suppletive ordinate dallo stesso gip e decisione a cui prevedibilmente i legali della famiglia Uva si opporranno. Al centro delle indagini suppletive c’è naturalmente l’interrogatorio di Alberto Biggiogero. Com’è noto, lo stesso Biggiogero ha denunciato il pm Abate alla Procura della Repubblica di Brescia perché ritiene di essere stato intimidito, e allo stesso modo la pensa il senatore Luigi Manconi, che è stato il primo a commentare un video di cinque minuti (CLICCA QUI) in cui si vede Biggiogero sotto interrogatorio e "pubblicato" dal sito Internet del quotidiano La Repubblica e quindi ripreso su Youtube.
Secondo Repubblica, nel documento ci sarebbe un "pm che sembra finalizzato più a demolire la ricostruzione dell'unico testimone e a difendere se stesso, ora soggetto a una doppia richiesta di azione disciplinare da Ministero della Giustizia e Procura generale della Cassazione".
Dalla Procura della Repubblica di Varese nessun commento ufficiale, ma all’ultimo piano del palazzo di giustizia si sottolinea che montare cinque minuti di video a partire da un interrogatorio che ha superato i duecento minuti rappresenta una chiara manipolazione del materiale originario. Materiale filmato per ordine degli stessi pm e che nella sua completezza sarebbe in grado di fare piazza pulita di qualsiasi polemica.
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