ANCHE A VARESE
Biscotti senza Frontiere: una scatola per chi ha fame di umanità
Sabato 19 e domenica 20 in piazza Monte Grappa l’iniziativa di Msf per l’acquisto di kit per medicazioni d’urgenza nelle aree di guerra

Le guerre in Ucraina, Gaza e in Sudan sono tra le principali emergenze che vedono in questo momento i team di Medici Senza Frontiere (Msf) impegnati in prima linea per fornire cure mediche e chirurgiche e assicurare un parto sicuro a donne che spesso percorrono chilometri per raggiungere un ospedale. Per sostenere questa azione medica salvavita, sabato 19 e domenica 20 ottobre Msf sarà in oltre 100 piazze italiane con “Biscotti Senza Frontiere”, la prima iniziativa solidale di piazza dell’organizzazione medico-umanitaria.
BISCOTTI SENZA FRONTIERE IN PIAZZA MONTE GRAPPA
A Varese i volontari e le volontarie di Msf saranno presenti in piazza Monte Grappa, con una donazione minima di 15 euro, distribuiranno una speciale scatola di biscotti - prodotta dall’azienda Gentilini - che ritrae il fuoristrada utilizzato nei contesti di emergenza per trasferire pazienti, trasportare forniture mediche e farmaci o raggiungere chi ha bisogno di cure anche nei luoghi più remoti. In alcune piazze si potrà giocare a un gioco da tavolo che fa scoprire il funzionamento della logistica di Msf, come viene realizzato un ospedale da campo, come i due attivi a Gaza, la gestione dei pazienti e delle diverse aree mediche. «Il sostegno dei tanti donatori privati è sia garanzia della nostra indipendenza che capacità di intervenire in meno di 72 ore in qualsiasi emergenza. Con la donazione per una scatola di biscotti riusciremo ad acquistare 7 kit per medicazioni d’urgenza», dichiara Laura Perrotta, direttrice raccolta fondi di Msf.
UNA SCATOLA DI BISCOTTI PER CHI HA FAME DI UMANITÀ
Ospedali gonfiabili, cliniche mobili nei villaggi remoti, ma anche telemedicina, innovazione scientifica, salute ambientale: da oltre 50 anni l’azione medica di Msf è in continua evoluzione, anche se guidata dagli stessi principi di imparzialità, neutralità e indipendenza. Dall’inizio dell’anno le ambulanze di Msf in Ucraina hanno percorso 12mila chilometri per trasferire oltre 8mila pazienti dalle zone del fronte verso ospedali più attrezzati, con un aumento del 30% rispetto ai sei mesi precedenti. A Gaza, dove è presente da 36 anni, Msf offre assistenza sanitaria e chirurgica, cure materno-infantili, vaccinazioni e servizi di salute mentale, in due ospedali e nove centri di salute, oltre a distribuire 600mila litri di acqua al giorno in più di 40 punti d’acqua.
«Voglio dormire un’ora senza essere terrorizzato. Questo ci dicono i nostri pazienti a Gaza quando arrivano in ospedale, dove siamo costretti a operare i feriti sul pavimento degli ingressi o nei corridoi - racconta Federica Iezzi, chirurga pediatrica di Msf tornata di recente da Gaza -. Non ci sono attrezzature mediche sufficienti, c’è solo il paracetamolo per il dolore. I bambini hanno tutti paura quando entrano in ospedale, conoscono il dolore dalla nascita, i loro occhi piangono alla ricerca di un perché».
Ci sono poi nel mondo le cosiddette crisi dimenticate, come la guerra in Sudan dove Msf è una delle poche organizzazioni internazionali presenti. In azione in oltre 20 strutture sanitarie, i team di Msf hanno curato oltre 11mila feriti di guerra e oltre 34mila bambini con malnutrizione acuta dall’inizio dell’anno, oltre a fronteggiare da mesi un’epidemia di colera. «In Sudan ventiquattro milioni di persone hanno bisogno di aiuto umanitario urgente e quindici milioni necessitano di assistenza medica salvavita, un numero paragonabile alla popolazione del Sud Italia. Il sistema sanitario è al collasso e la stagione delle piogge sta aggravando i bisogni sanitari. Dopo diciotto mesi di guerra, il paese sta vivendo una crisi profonda che meriterebbe maggiore attenzione e risorse», afferma Edmond Tarek Keirallah, capomissione di Msf in Sudan.
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