IL LUTTO 2
Bocedi: «È un vero rompic...»
Andrea Badoglio, l’intervista pubblicata alla vigilia del voto comunale

Il ricordo di Andrea Badoglio nell'intervista del nostro Massimiliano Martini pubblicata alla vigilia del voto per Palazzo Estense.
Badoglio, l’antipolitica
Il “gigante buono” punta al Palazzo. «La nostra è l’unica vera lista civica»
C’è chi lo definisce un rompiscatole, chi un anticonformista. Lui, Andrea Badoglio, candidato sindaco di Varese Civica, si riconosce in entrambe le definizioni. E ne va fiero. Perché -come ha detto il suo amico Paolo Bocedi, presidente dell’associazione antiusura e antiracket Sos Italia Libera, di cui Badoglio è il numero due nazionale e il numero uno in Lombardia- «Andrea è un vero rompicoglioni. E in politica i rompicoglioni servono».
In Comune ne sanno già qualcosa: è stato proprio Badoglio a presentare l’esposto in Procura contro il parcheggio alla Prima Cappella. «Siamo l’unica vera lista civica», ribadisce Badoglio. Al quale piace citare le parole del generale Charles De Gaulle: «La politica è una faccenda troppo seria per essere lasciata ai politici».
Un antipolitico al debutto in politica, insomma. Ma il suo primo voto, dopo i 18 anni, a chi è andato? «Non me lo ricordo». E l’ultimo? «Scheda bianca. Da tanti anni non voto, mi sono dovuto candidare per votare me stesso. Comunque, quando ho votato ho sempre scelto la persona, non il partito». Di tessere in tasca, sottolinea, non ne ha mai avute e non ne vuole: «Ho solo la Fidaty per fare la spesa all’Esselunga». E quella dei supermercati Tigros del suo avversario Orrigoni? «Non ce l’ho, ma nulla di personale: si figuri che Manuela, la sorella di Paolo, è stata mia testimone di nozze». Al “titolo” di anticonformista tiene parecchio: «È il più bel complimento che possono farmi. Gli altri candidati sono tutti identici, anche nella campagna elettorale», dice “Bado”, fin da piccolo soprannominato “il gigante buono”. Due metri e tre centimetri di altezza che valgono come oro nel basket, una passione che ha vissuto prima da giocatore (in varie squadre giovanili del Varesotto), poi da tifoso. Sempre fuori dal coro. «Lo confesso: tifo Virtus Bologna. Però sono amico di giocatori come Pozzecco e Meneghin. E anch’io ho festeggiato lo scudetto della stella di Varese. Almeno in queste occasioni, la città sa essere unita».
Nato ad Asti nel 1970, con la famiglia si è poi trasferito a Savona e, in quinta elementare, a Induno Olona. Proprio da sindaco di Induno, Attilio Fontana ebbe già modo di conoscere lo spirito battagliero dei Badoglio: «Fu mio padre Piero (morto nel 2009, ndr) -ricorda Andrea- a promuovere la petizione contro la realizzazione di un parco nel quartiere Broglio». Ma Fontana è anche colui che lo ha aiutato a depositare la lista alle elezioni del 5 giugno: «Non riuscivo a trovare consiglieri che autenticassero le firme, ho scritto una mail al sindaco e lui mi ha messo a disposizione due funzionari comunali. Un bel gesto».
Consulente finanziario, separato, vive alla Prima Cappella con i suoi due labrador, Deah e Zeus, e la gattina Pepita. Da anni non fa una vacanza: «Sto al Sacro Monte con i miei cani». Il gigante buono non ha vizi («Solo un sigaro ogni tanto») e sa che basta poco per essere felici: «La domenica perfetta? Con mia mamma Renata, la donna più importante della mia vita, e con le persone che mi vogliono bene. Ovunque, con qualsiasi tempo». Magari mangiando un manicaretto preparato con le sue mani, sempre con un pizzico di “ribellione”: «Amo cucinare l’arrosto, il bollito, la parmigiana. Anche la pasta all’amatriciana, nonostante in tanti mi abbiano tirato le orecchie perché in un’intervista ho detto che uso la pancetta e non il guanciale».
Non guarda programmi tv, ma solo film. Tra i preferiti, “La ricerca della felicità“, con protagonista Will Smith che, rivolgendosi al figlio, pronuncia la famosa frase «Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa». Frase che ispira ogni sua scelta, compresa quella di puntare alla poltrona di sindaco.
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