LA SOSTITUZIONE
Bonafé in Europa, Rossi a Roma
Il funzionario dell'Ascom ritona in Parlamento come primo dei non eletti del Pd nel 2013

Simona Bonafè a Strasburgo, Paolo Rossi a Roma.
La staffetta nell’aula di Montecitorio tra i due esponenti varesini del Partito democratico ha trovato la più autorevole conferma nello scrutinio delle elezioni europee.
Bonafè, fedelissima di Matteo Renzi, radici bosine trapiantate in Toscana, già assessore a Scandicci e poi portavoce del futuro premier nella "crociata" per la rottamazione dei vecchi apparati del Pd, ha raccolto 288mila preferenze nelle urne per l’Europarlamento.
All’indomani della pubblicazione dei risultati elettorali, la più votata dagli italiani, schierata dal premier come capolista nella Circoscrizione Centro, ha ribadito la propria opzione per Strasburgo e dunque firmerà la lettera di dimissioni dalla Camera, che invierà alla presidente Laura Boldrini, subito dopo la proclamazione degli eletti.
A quel punto scatteranno le procedure per la sua sostituzione a Montecitorio e per la convocazione di Paolo Rossi, primo degli esclusi nella lista del Pd che un anno fa, alle Politiche, ottenne il 23% dei consensi nel collegio Nord della Lombardia. In quell’elenco, Rossi occupava la ventritreesima posizione e quando le porte di Montecitorio si aprirono per lasciare entrare ventidue deputati democrat, l’ex senatore accettò il verdetto senza recriminare, mentre Simona Bonafè, nona nella lista, debuttava nell’emiciclo con la pattuglia renziana.
«Accade, in politica» fu l’unico commento di chi aveva occupato uno scranno a Palazzo Madama per sette anni, dal 2006 al 2013, attraversando due legislature. Rossi, da allora, ha rinnovato la tessera del Partito democratico (in precedenza era stato consigliere comunale dc, segretario provinciale del Ppi e leader della Margherita) ma ha scelto di abbandonare la politica attiva, non per la classica «pausa di riflessione» ma per rituffarsi a tempo pieno nell’esperienza professionale all’interno dello staff dell’Associazione commercianti della provincia di Varese.
Da piazza Madama a via Valle Venosta apparentemente senza rimpianti. Nessuna dichiarazione anche dopo la notizia della candidatura di Simona Bonafè alle Europee e dunque del probabile ripescaggio.
«Resto a disposizione del partito» si limitò a rispondere Rossi che, tra l’altro, nelle scorse settimane è stato testimone a Napoli al processo sul presunto tentativo di compravendita di senatori per fare cadere il Governo di Romano Prodi.
Pronte le valige per Roma? Un sorriso e un pensiero: «Dopo il successo elettorale di domenica 25 maggio, il Pd varesino esprimerà una squadra di quattro deputati, una senatrice e un’europarlamentare. Niente male, no?».
Effetto Renzi, ma non solo.
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