IL CASO
Pesci “gonfi” di plastica nel Ceresio
L’Unione di Brusimpiano: «No ad inutili allarmismi, ma si faccia l’indagine anche qui»

«Pesci di plastica nel Lago Ceresio? Credo che non vada fatto allarmismo nel comunicare questa informazione».
Parte così, all’insegna della prudenza, l’intervento di Alberto Borroni, uno dei responsabili dell’Unione Pescatori del Ceresio e della Piscicoltura di Brusimpiano. Le parole del pescatore sono riferite al contenuto della trasmissione della Radiotelevisione della Svizzera Italiana (Rsi) - Patti Chiari - andata in onda venerdì.
Nel programma per i consumatori, i giornalisti hanno fatto analizzare i pesci del lago Ceresio ed in tutti i campioni è stata riscontrata la presenza di microplastiche. Si tratta delle prime analisi del genere effettuate in Svizzera da un laboratorio specializzato. «Queste analisi - dicono dalla tivù svizzera - fanno seguito alla pubblicazione, nel gennaio scorso, di uno studio del Dipartimento del territorio del Cantone Ticino, che aveva evidenziato quantitativi di microplastiche nel Ceresio pari al doppio della media dei laghi svizzeri».
«Ho visto “Patti Chiari” - ha riferito ieri Borroni - non entro nei meriti delle analisi e non posso dare un giudizio ma, come detto, invito a non fare allarmismi. I dati da una parte all’altra della sponda sono diversi alle volte, penso a quanto avviene sul Lago Maggiore dove nella sponda italiana è vietato pescare e mangiare l’agone, mentre in quella ticinese è consentito. Ecco, credo che queste cose si commentino da sole. Ho apprezzato ad ogni modo il tono e l’equilibrio usato nell’inchiesta perché è stato specificato che nei pesci esaminati e pescati nel Ceresio il 28 febbraio 2019, 10 persici e un gardon, l’esame è stato fatto sulle interiora, stomaco ed intestino, dove insieme al fegato si annidano queste microplastiche. Non ci sono studi che dimostrano che queste sostanze passino poi dalle interiora alla polpa del pesce e quindi all’uomo».
«Non è escluso - ha aggiunto - ma non è provato e, si sa, il pesce si mangia pulito, si buttano quindi le parti incriminate». Certamente viene però dimostrato il legame diretto che c’è tra le microplastiche nel Ceresio e la presenza nell’apparato digerente dei pesci e proprio quest’ultimo aspetto apre una riflessione nel mondo dei pescatori. «Il servizio trasmesso in televisione - ha proseguito il pescatore di Brusimpiano - ha di certo il merito di aver fatto toccare con mano qualcosa che si legge di solito solo in articoli di giornale, magari dopo il passaggio delle famose golette dei laghi di Legambiente. Ecco, al di là del lavoro di questi tecnici, sarebbe bello e mi sento di proporlo che anche la nostra Asl svolga un servizio di analisi come quello fatto sull’altra riva del Ceresio. Gli svizzeri hanno mostrato come in tutti e 11 i campioni di pesce ci fossero microplastiche, difficile ipotizzare che da questa parte vada meglio ma un dato preciso anche sulla sponda italiana sarebbe importante da avere e credo che anche altri miei colleghi condividano questa richiesta». L’Unione Pescatori del Ceresio da tempo si batte per un lago pulito partecipando, come avverrà nelle prossime due domeniche a Brusimpiano e Porto Ceresio, proprio a giornate dedicate alla pulizia del lago. Certo, fermare le microplastiche è arduo e forse è auspicabile uno studio anche nel Ceresio italiano.
© Riproduzione Riservata