IL MALTEMPO
Strage alla piscicoltura
Brusimpiano, la vasca invasa da una valanga di sassi e sabbia: morti migliaia di avannotti e di piccole trote

Duecentocinquantamila avannotti e quasi tutte le trote piccole, di appena un anno d’età, da allevare o rilasciare nei fiumi e nel lago: tutto distrutto dalla violenza dell’esondazione del torrente Trallo che, domenica scorsa, ha investito la piscicoltura di Brusimpiano.
«Il disastro, dovuto ai nubifragi dei giorni scorsi, ha causato danni ingenti alla piscicoltura - sostiene il presidente dell’Unione pescatori del Ceresio, Fiorenzo Previatello -, ma soprattutto ai pesci e, in particolare, agli avannotti, che sono morti quasi tutti».
I danni devono essere ancora quantificati con esattezza, sia in termini numerici, in quanto a esemplari di trota lacustre e fario andati perduti, sia a livello economico.
«Il fiume è andato in piena - spiega il responsabile della struttura, Alberto Borroni - e la vasca di captazione dell’acqua è stata completamente riempita di sassi e sabbia, per cui l’acqua non è più arrivata alla piscicoltura, anche perché la pompa d’emergenza, che prende l’acqua dalle vasche più grosse per spingerla in quelle di minori dimensioni, è andata in blocco a causa del continuo abbassamento del livello idrico. In questo modo non è arrivata più acqua alla vasca degli avannotti di trota lacustre e fario, morti per il 90%. Sabato prossimo avremmo dovuto affidarli ai volontari perché li rilasciassero nei nostri corsi d’acqua, invece è tutto finito».
Sono morti quasi tutti (se ne sono salvati 20 su 5.000) anche i piccoli di salmerino (specie autoctona del Ceresio ma scomparsa da tempo), nati pochi mesi fa. Per allevarli i volontari della piscicoltura stavano lavorando da oltre tre anni. «In tutto si sono salvati circa quindicimila avannotti - prosegue Borroni - Non si può parlare di perdita economica, in questo senso, perché noi non vendiamo gli avannotti, tuttavia sono andati in fumo anni del nostro lavoro. I danni economici, invece, riguardano la sistemazione della vasca di captazione. Tra l’altro dovremo intervenire anche per far riprendere all’acqua del Trallo la direzione verso la piscicoltura. Probabilmente, infatti, a monte si sono create delle barriere di detriti che ne impediscono il naturale deflusso».
Nelle vasche esterne, quelle che contengono le trote adulte destinate alle riproduzione, ancora non s’è potuto intervenire. «L’acqua è sporca - sottolinea Borroni - perché le vasche sono piene di terra e fango e non si riesce bene a capire quante trote siano morte». In questi giorni i volontari stanno tirando fuori la terra a mano, con i secchi. «Infine è stato travolto un centinaio di trote di un anno d’età - conclude - Quando domenica sono arrivato alla piscicoltura e ho visto tutti i pesciolini a galla, mi è venuto proprio da piangere». Sul posto stanno lavorando, oltre a Borroni, anche Luigi Corti, l’altro responsabile della piscicoltura, e alcuni altri volontari.
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