L’INCHIESTA
Bufera Eolo, email sospette
L’ad Luca Spada avrebbe indicato ad altri indagati su quali frequenze spostarsi

Caso Eolo, in attesa dell’interrogatorio dell’amministratore delegato Luca Spada davanti al gip Piera Bossi, emergono alcuni dettagli sull’operazione della guardia di finanza coordinata dal pubblico ministero Nicola Rossato. Contro il manager, che da martedì è agli arresti domiciliari, ci sarebbero delle mail che confermerebbero la responsabilità del legale rappresentante del provider: lettere in cui Spada avrebbe indicato agli altri cinque indagati su quali bande spostarsi.
Sono solo due i reati per i quali il gip ha emesso l’ordinanza: truffa pluriaggravata ai danni dello Stato e furto pluriaggravato di radiofrequenze non autorizzate. L’accusa di turbata libertà nell’esercizio dell’industria non ha retto, come non ha retto la richiesta di arresti domiciliari per un altro dirigente, che da un anno e mezzo non lavora più lì.
Ci sono comunque dei quesiti che sorgono, a cui per ora non sembrano essere state date risposte. Il primo: chi comunicava a Spada le frequenze libere? Ma soprattutto: come faceva a eludere i controlli ministeriali, disattivando i dispositivi proprio quando i funzionari si presentavano per le verifiche? Non è da escludere quindi che possano esserci degli sviluppi.
I clienti di Eolo comunque possono stare tranquilli: la procura ha sequestrato il profitto dei presunti reati, 3 milioni e mezzo di euro, ma non le bande. Quindi gli utenti non subiranno conseguenze, le loro linee continueranno a funzionare alla velocità della luce.
Intanto gli amici di Spada hanno lanciato l’hashtag >iostoconluca, un modo per manifestargli fiducia e solidarietà davanti ad accuse alle quali non credono.
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