IL CASO
Bus-sauna, incubo per i bimbi di Besano
Guasto all’aria condizionata, ma l’autista non si ferma: «Un viaggio allucinante»

Brutta avventura quella capitata a trenta bambini, tra i sei e i dieci anni, che viaggiavano sul pullman durante il rientro a Besano dopo una giornata trascorsa con l’oratorio all’acqua-park di Sesto Calende.
Poiché non era entrata in funzione l’aria condizionata, a circa metà viaggio i piccoli hanno cominciato a soffrire il caldo, tanto che due di loro, anche a causa delle mascherine indossate, si sono sentiti male.
L’unica mamma accompagnatrice e l’educatore adulto presente sul pullman hanno chiesto ripetutamente al conducente dell’autobus della società Morandi di fermarsi per fare prendere aria ai piccoli, ma l’autista non ne ha voluto sapere.
Con molta probabilità l’uomo, che lavora per la società di trasporti varesina già da tempo e non ha mai causato problemi nel suo lavoro, non s’è reso conto che la situazione poteva anche degenerare, contando forse sul fatto che mancavano ormai poche decine di chilometri all’arrivo a destinazione.
Alla fine, convinto dalle urla delle donna e dalla telefonata dell’autista di un altro bus per il trasporto degli oratoriani, l’autista ha fermato l’autobus ormai alle porte di Induno Olona, i bambini sono stati fatti scendere ed è stato fatto arrivare dalla Morandi un mezzo sostitutivo per riaccompagnarli a casa.
Jennifer Cocomazzi, la mamma accompagnatrice ha presentato ieri una denuncia ai carabinieri della stazione di Porto Ceresio «perché un fatto del genere non può e non deve più capitare».
«Quando siamo saliti sul pullman, che non era lo stesso dell’andata - racconta la donna -, abbiamo subito avvertito che faceva molto caldo, ma pensavamo che, dopo qualche minuto, sarebbe entrata in funzione l’aria condizionata. Visto che non succedeva, ho chiesto all’autista se potesse fare una fermata per far prendere aria ai piccoli, ma nulla, la mia richiesta è rimasta inascoltata. Alle porte di Varese, l’uomo ha promesso che si sarebbe fermato all’Iper, ma, invece, ha tirato dritto». La donna ha cominciato a insistere affinché l’autista, con il pullman fermo in coda, aprisse almeno le porte del mezzo. «A questo punto il pullman s’è fermato prima della salita per Induno - conclude la donna -, abbiamo fatto scendere i bambini e ho preteso che fosse fatto arrivare un altro pullman per riaccompagnarli a casa. È stato un viaggio allucinante, ma poteva anche trasformarsi in una tragedia». Intanto anche l’unità parrocchiale di Bisuschio, Besano e Porto Ceresio ha inviato una lettera di reclamo all’azienda di trasporti varesina.
«Il disagio c’è stato ed è stato importante - afferma il responsabile dell’oratorio Andrea Gosetti -. Speriamo che non si ripeta mai più». Costernata Stefania Morandi, cotitolare dell’omonima società: «Mai ci è capitata una cosa del genere in tutti questi anni del nostro impegno per garantire un servizio sempre al top - assicura -. Stiamo già svolgendo indagini interne, già prevediamo un intervento disciplinare nei confronti dell’autista. Certo bisogna chiarire tutto nei minimi dettagli, ma davvero non capiamo perché il nostro dipendente non ci abbia fatto subito una telefonata. Noi avremmo sostituito il mezzo immediatamente».
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