L’INCONTRO
Busto Arsizio, allarme ipnotizzatori
Ecco le tecniche usate dai professionisti del raggiro

Truffatori professionisti, manipolatori. Il dubbio che si abbia di fronte persone che praticano l’ipnosi ha tenuto banco durante l’incontro organizzato dall’amministrazione nell’ambito del progetto “Struffati” che ha fatto tappa in via Favana al centro Acli di Madonna Regina. Gli anziani che hanno partecipato all’incontro si sono confrontati con la psicoterapeuta Paola Maestroni, l’esperta digitale Sabrina Bosello e il commissario capo della polizia locale Daniela Bettin. Sono emersi diversi scenari raccontati dai presenti, ma quello che ha messo tutti in allerta è stato il racconto riferito a una vittima in perfetta salute, molto attenta e con capacità cognitive elevatissime. Insomma una persona “in gamba” che guida, attiva, frequentando piscina e palestra, oltre a essere attiva nel volontariato e considerata un riferimento di affidabilità. Eppure questa persona è stata raggirata con la “truffa della legionella”.
Insospettabili in azione
La vittima si trovava fuori casa quando è stata agganciata da un truffatore che l’ha raggirata e circuita fino a entrare in casa. Proprio su questo punto ha insistito l’anziano che ha riferito la vicenda accaduta solo qualche mese fa. «L’impressione è che sia stata usata la tecnica dell’ipnosi: non ci spieghiamo l’accaduto. Come può una persona del genere, attenta, addirittura portarsi dentro casa il truffatore e alla fine aprire pure la cassaforte? Noi ci diamo solo quella spiegazione». È stata la psicologa a rassicurare i presenti: «In realtà ci sono momenti in cui si abbassano le difese e ci si rilassa. I truffatori ne approfittano perché è il loro lavoro. Dovete ricordare che usano metodi di comunicazione efficaci ed efficienti. Dalle parole al tono di voce, ogni dettaglio è studiato e progettato prima proprio per mettere in atto la truffa. Per loro è normale adottare tecniche di comunicazione per essere convincenti». Insomma, i professionisti del raggiro non sono persone improvvisate e usano un modus operandi definito, studiato ed efficiente: «Sapere che queste persone sono davvero molto scaltre, almeno rincuora. Le vittime vanno in profonda crisi e non ci si spiega come si possa cadere nella rete di questi malviventi».
Tante storie
Fra le tante storie emerse, racconti del passato e qualcuno recente, è emerso anche un allarme rivelatosi falso grazie al controllo di vicinato: «Nel quartiere girava un’auto con una targa rumena. In molti si sono spaventati e così ci sono arrivate le segnalazioni. In sintesi, alla fine si era rivelata l’auto del figlio della badante di una persona anziana che era venuto a trovare la madre. Bravissime persone. E ci siamo tutti rasserenati». La psicologa ha sottolineato: «Il tema è legato al fatto che tendiamo al pro-sociale. Se qualcuno suona al campanello e ci dice che ha bisogno di aiuto, noi diamo retta. Ma ricordiamoci di avere sempre il dubbio: un minuto per fare una verifica prima di aprire dobbiamo sempre prendercelo». Anche se chi si presenta alla porta appare, a prima vista, insospettabile.
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