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Qualcuno dei quattro uomini coinvolti nella vicenda è anche sposato. Il suo cruccio sarà il modo in cui spiegare in famiglia il perché i vigili di Busto Arsizio abbiano emesso nei suoi confronti una sanzione da 10mila euro, accompagnata da una denuncia per atti osceni in luogo pubblico.

La spiegazione, per tutti e quattro, è però oltremodo semplice: si tratta di persone che, in due giorni diversi, sono state sorprese dalla polizia locale nell’ormai famigerato boschetto accanto al posteggio del PalaYamamay, a due passi dalla pista ciclabile, con le parti intime in bella vista e in atteggiamenti omosessuali inequivocabili.

Un comportamento talmente spinto che uno di loro, sabato scorso, ha persino cercato di abbordare un vigile in borghese mostrandosi come mamma l’ha fatto.

Non è la prima volta che accadono interventi del genere ma ormai quell’angolo verde di viale Gabardi, con affaccio sul Parco Altomilanese, è divenuto un luogo di trasgressione talmente noto fra coloro che sono alla ricerca di avventure gay che ad ogni sopralluogo degli agenti spunta sempre qualcuno che sta commettendo un reato.

Spesso le persone riescono a ricomporsi prima di essere colte in flagranza, ma talvolta gli incontri sono molto focosi o la pulsione per la ricerca di un partner è talmente forte da farli cadere in fallo.

Così in pochi giorni ecco che le denunce sono fioccate e con esse pure le pesantissime multe, ciascuna da circa 10mila euro, con la possibilità di farsele dimezzare con un argomentato ricorso al prefetto.

Uno dei quattro soggetti italiani fermati dai ghisa dovrà altresì rispondere di resistenza a pubblico ufficiale: per cercare di non farsi identificare, si è dato alla fuga nel bosco e ha poi cercato di confondersi fra le famiglie a passeggio lungo i sentieri del polmone verde territoriale. E quando un agente l’ha comunque raggiunto, si è messo a spintonarlo pur di non passare dei guai. Il risultato è che alla fine gli stessi guai li ha raddoppiati.

Marco Linari

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