PROVOCAZIONE
Per Boldrini una Gioeubia-bis
Un anno fa il falò del fantoccio divenne un caso nazionale, i giovani leghisti ci riprovano

Un anno fa la Gioeubiasi trasformò da festa di popolo in farsesco delirio. E la tradizione bustocca divenne un caso mediatico nazionale. Il tutto per colpa di quel fantoccio posizionato in piazza Santa Maria dai Giovani Padani che scelsero l’allora presidente della Camera, Laura Boldrini, come soggetto da mettere al centro del loro pupazzo (peraltro di orribile fattura estetica) da mandare al rogo.
ATTO SECONDO
L’interessata non la prese bene e, a differenza dei tanti politici presi di mira nel corso degli anni durante questo appuntamento, scatenò una polemica che occupò le pagine dei giornali per parecchi giorni. Fatto sta che giovedì prossimo la celebrazione si riproporrà in città e i giovani del Carroccio hanno deciso che, alla gara di realizzazioni da esporre alla visione della cittadinanza, parteciperanno anche loro. Di più: Laura Boldrini sarà di nuovo uno dei soggetti inseriti nella loro realizzazione.
ASPETTANDO LE ELEZIONI
Per adesso sul progetto preciso vige la massima segretezza, ma sul fatto che l’onorevole di Liberi e Uguali riprenda spazio davanti al santuario non ci sono assolutamente dubbi. «Tranquilli, ci sarà anche lei», conferma sornione Matteo Guarneri, consigliere comunale, segretario di circoscrizione del movimento e referente cittadino della Lega Giovani. «Non posso dire di più perché vogliamo che sia una sorpresa, come da sempre accade, ma su questo aspetto non ci sono assolutamente dubbi». Semmai Guarneri offre la spiegazione sul perché il suo gruppo abbia deciso di tornare alla carica nonostante il putiferio dell’anno precedente. «Il fatto - dice - è che vogliamo proporre un epilogo coerente di questa storia. Infatti, se nel 2018 abbiamo avuto una facile premonizione, costruendo una Boldrini-Gioeubia che andava al fosso e perdeva fortunatamente la guida del governo, adesso ci cimenteremo in una nuova previsione di come andranno le elezioni Europee ormai alle porte».
PROVOCAZIONE DI FUOCO
Ed ecco che in questo contesto Laura Boldrini tornerà presto protagonista a Busto. Chiaramente con i baby-leghisti che hanno colto al volo la possibilità di andare nuovamente allo scontro, certi che «i veri bustocchi sono dalla nostra parte, conoscendo la storia e il significato di questa celebrazione». Di sicuro quello che accadde dodici mesi fa fu un fatto inatteso, per meglio dire incomprensibile da chi sa cosa significhi la Gioeubia e conosce una lunga sequenza di esponenti pubblici dati alle fiamme prima di sedersi a tavola a gustare risotto e luganiga, oppure polenta e bruscitti. Il tutto in un rito secolare che scaccia l’inverno e lo fa in maniera anche irriverente. Ad essere incendiati nei decenni sono stati d’altronde premier, ministri, parlamentari, sindaci e assessori. A Laura Boldrini, però, presentarono il fantoccio che la raffigurava come una violenta rappresentazione della sua immagine istituzionale, una sorta di strega messa al rogo.
«NON ACCADA PIÙ»
Il clamore fu talmente grande che, qualche giorno dopo il falò, fu la stessa presidente dei deputati a presentarsi in città in una sorta di manifestazione purificatrice, con il centro storico che s’infiammò nello scontro fra sostenitori e oppositori. Fu una giornata surreale, con rissa sfiorata e un impiego pauroso di forze dell’ordine, utile a garantire la sicurezza dei partecipanti. «Sono qui a portare la mia testimonianza perché certe aggressioni non accadano più», disse la stessa Boldrini durante le interviste di quella domenica vissuta in un clima incandescente. E invece accadrà di nuovo, fra due giorni, sempre con la stessa parlamentare di sinistra trasformata in fantoccio e destinata al falò. D’altronde per i leghisti - quelli giovani, ma con gli storici militanti divertiti suggeritori - l’occasione è troppo ghiotta per riaccendere la miccia della bagarre politica.
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