VIOLENZA
Busto, botte e sangue nel condominio
Aggressione nell’androne di un edificio in via Gavinana. Indaga la polizia

Un’aggressione selvaggia e all’apparenza insensata quella dell’altra notte in via Gavinana, a Busto Arsizio, nell’atrio del condominio al civico 17. Non ci sono testimoni del pestaggio tra un pakistano che vive nel palazzo e un marocchino, ma ciò che è rimasto dopo la colluttazione lascia pensare a una violenza inaudita.
SANGUE DAPPERTUTTO
Sangue, tantissimo, su tutto il pavimento, con schizzi sui muri e macchie sui vetri dell’ingresso andati in frantumi. Nell’aria l’odore acre e ferroso sprigionato dall’emoglobina. Lì dentro, intorno alle 2, poco ci è mancato che scappasse il morto. Gli agenti del commissariato di via Foscolo stanno cercando di ricostruire gli antefatti, capire il motivo di tanta brutalità, accertare se ci fossero più uomini coinvolti e fuggiti prima che arrivasse la squadra volante. A quanto pare i due stranieri avrebbero iniziato a discutere lungo la strada. Non è chiaro se si conoscessero, almeno di vista, ma è certo un evento scatenante, ingigantito dagli eccessi etilici.
I PUGNI E LE TESTATE
Sarebbe stato il marocchino a sferrare il primo di una lunga scarica di pugni, i due avrebbero poi continuato a menarsi fino a raggiungere il portone del palazzo: il pakistano è entrato chiudendo in fretta la porta, il marocchino però non ha mollato il colpo. A quanto pare avrebbe sfondato la vetrata a testate e sarebbe riuscito a entrare e a ripartire con calci e schiaffi.
LA CHIAMATA AL 112
A quel punto qualcuno tra i vicini ha allertato il 112 e il maghrebino se ne è andato. I soccorritori hanno medicato il pakistano che, a dispetto della scena splatter in cui era immerso, non ha riportato lesioni preoccupanti. Ciò che ha dichiarato ai poliziotti non è ancora emerso e del resto la sua versione andrà riscontrata con altri elementi e quindi è tenuta sotto riserbo. Potrebbe trattarsi di una banale discussione tra sconosciuti ubriachi ma non si può escludere a priori che ci sia sotto un conto da saldare, qualsiasi sia l’oggetto del contendere.
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