LA POLEMICA
Briscola vietata, gli anziani si ribellano
Al Circolo di Madonna Regina non si può giocare a carte: i gestori rispettano le norme, ma nei bar non è così

Gli anziani di Madonna Regina s’infuriano da settimane. Qualcuno ha anche provvisoriamente abbandonato il circolo Acli rionale a Busto Arsizio, ripromettendosi di ritornare solo quando le regole cambieranno, perché i gestori del bar che si trova proprio sotto la chiesa parrocchiale non hanno la minima intenzione di chiudere un occhio, come invece avviene altrove.
Il punto di questo scontento riguarda il gioco delle carte. Proprio così: in piazza don Brivio le partite di briscola e scala 40 sono bandite. E così dal 14 giugno, dopo la riapertura seguita al lockdown, quando l’ennesimo e atteso decreto del presidente del consiglio ha sbloccato anche i bar e tutto quello che assomiglia loro. Anche i circoli, dunque, ma con una postilla che ha creato il problema.
«Da quella data, soprattutto nei circoli ricreativi, veniva proibito il gioco delle carte», spiega Sergio Moriggi, figura storica del quartiere e componente del consiglio direttivo delle Acli. «Noi, rispettando scrupolosamente quanto evidenziato, abbiamo sempre seguito la prescrizione. Lo abbiamo fatto, ma provocando lo stupore di molti anziani che girano per la città e notano che in alcuni bar questo divieto non viene rispettato. Si sono anche lamentati energicamente». E prosegue: «Personalmente ho riletto attentamente l’intera ordinanza regionale e, con meraviglia, ho notato che nel protocollo per bar-ristoranti non viene minimamente accennato alle carte. Ritenendo questo gioco non proibito da nessuna legge è normale che anche nei bar si giochi a carte liberamente».
Ed ecco allora il paradosso, in questa storia «piena di stranezze e confusioni» dovute all’emergenza. Nei circoli è vietato trascorrere il tempo giocando al tavolo, anche perché non esisterebbero sistemi di sanificazione dei mazzi che possano tutelare le compagnie di anziani appassionate di questo passatempo. «Peccato – prosegue Moriggi - che il legislatore abbia previsto per i circoli ricreativi un divieto, ritenendolo pericoloso, ma non lo menzionino per i bar. Quale motivazione abbia suggerito questo divieto non è comprensibile. Forse, si può supporre che nei circoli ricreativi prevalga la presenza di persone di una certa età, quindi le più esposte al pericolo, però è indubbio che si tratta degli stessi soggetti che si fermano nei bar a giocare trascorrendo in compagnia il loro pomeriggio».
In ogni caso alle Acli hanno assolutamente deciso di non trasgredire, nonostante le insistenze degli utenti. «D’altronde il divieto non è una norma amministrativa, bensì sanitaria per la prevenzione e la gestione dell’emergenza epidemiologica».
Detto ciò, però, Moriggi ha anche provato a contattare l’amministrazione per capirci qualcosa di più, senza trovare quello che cercava: «Ancor più enigmatico si fa il quadro – dice – per quanto lo stesso Comune - a cui mi sono rivolto per comunicare quanto avveniva in città – mi ha risposto. L’unica nota è stato l’invio del capitolo inerente i circoli ricreativi dell’ordinanza regionale 566 alla quale dichiaravamo di esserci attenuti per l’apertura dopo il periodo clou dell’epidemia».
Insomma, si fa così, punto. «Con serietà e piena convinzione che le norme previste siano delle prevenzioni sanitarie, i nostri circoli ricreativi continueranno a vietare il gioco delle carte. Ma ci rammarichiamo su come vengano predisposte le norme».
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