SOLIDARIETÀ
Casa sull’Albero col re dei jeans
Renzo Rosso sponsor della struttura destinata alle adozioni difficili. Progetto pilota

Il nome scelto - la Casa sull’Albero - deriva da una vecchia promessa e simboleggia lo spazio in cui ci si stacca, si respira, si riflette e ci si ritempra. A Busto sarà l’insegna di un edificio in via Gavinana che verrà inaugurato l’11 aprile e proverà a contrastare l’impennata di casi in cui adozioni e affidi rischiano di saltare. «Si tratta di un progetto pilota a livello nazionale, un luogo che affronta le criticità prima che il rapporto fra i ragazzi e i genitori che li hanno presi con sé, salti. Un posto speciale, eccezionale», dice Patrizia Corbo, presidente e anima della onlus Piccolo Principe, realtà eccellente nell’accoglienza dei minori in difficoltà nel territorio.
La spinta decisiva.
La Casa sull’Albero è il nuovo tassello della sua sfida. Realizzarla e riempirla di tutto il necessario è stata un’impresa, anche economica, perché si parla di 150mila euro per partire e poi di altre risorse per farla camminare. Ma il Piccolo Principe ha trovato amici speciali. Su tutti Renzo Rosso, il creatore della Diesel, re del jeans dall’illuminata vocazione sociale, il quale con la compagna Arianna Alessi ha deciso di appoggiare - tramite la fondazione Only The Brave e con il marchio Marni - lo sviluppo di questa iniziativa senza precedenti in Italia. Non solo: oltre a garantire la gran parte delle risorse necessarie al decollo, ha stretto un patto per garantire continuità. «La genialità di Renzo e la passione di Arianna sono state fondamentali per far partire un percorso di cui c’è un’esigenza enorme», dice Corbo.
Un anno intenso.
«È da più di un anno che ci lavoriamo, che ci sentiamo periodicamente. Sono stati fantastici sia per i gesti concreti che per la filosofia trasmessa. Per farvi capire di cosa parlo, vi dico che Rosso ai suoi dipendenti ha detto che, se qualcuno di loro un giorno vorrà vivere l’esperienza di un affido o di un’adozione, lui garantirà le spese per la psicoterapia indispensabile ai ragazzi. Significa che ha capito quanto sia decisivo per arginare i rischi che la scelta può presentare, per i disagi pregressi che possono a lacerare gli affetti».
Colmare il vuoto.
D’altronde Corbo conosce bene il problema: «Sta assumendo dimensioni drammatiche - dice - e anche da noi arrivano casi di ragazzi che diventano ingestibili per chi li ha presi in carico. Sono troppi i ritorni in comunità, dei secondi strappi nelle vite di giovani già provati ma anche di genitori che comunque ce l’hanno messa tutta, trovandosi davanti degli ostacoli inaspettati che non sanno affrontare». Il tutto «pure a causa della mancanza di spazi e strumenti adeguati per aiutare chi paga lo scotto di disturbi post traumatici da stress che spesso caratterizzano l’adolescenza di chi arrivano da storie sempre difficili e, ancor più nei casi delle adozioni dall’estero, figlie di ulteriori esperienze traumatiche. Di fronte a tutto ciò, nella nostra città il Servizio Affidi non esiste neanche più».
Affetti da ricostruire.
La Casa sull’Albero sarà uno spazio di tregua e di lavoro. «Lì al piano superiore sposteremo anche la comunità delle adolescenti Il Volo, proprio per renderlo un ambiente che assomigli a una vera famiglia. Ma la novità starà in questo spazio in cui i casi di adozioni e affidi in crisi saranno affrontati quotidianamente prima che vadano definitivamente in pezzi, aiutando i ragazzi ma anche i genitori impegnati nel percorso. Di giorno ci occuperemo di tutto noi, ma la sera torneranno a casa, perché è proprio nel duplice impegno di psicoterapia e di ricostruzione dei legami che bisogna agire».
Tanti amici accanto.
Un’aggressione decisa alle complessità di un fenomeno sempre più diffuso in Italia, dove i minori allontanati dalle famiglie sono 27mila, a cui si aggiungono 3mila migranti under 18, più un lungo elenco di casi a rischio. «La Casa sull’Albero - insiste - sarà una sorta di pronto soccorso degli affetti, in cui rimettere assieme persone e rapporti, affrontando bisogni specifici, con costi inferiori all’inserimento in comunità. C’è l’esigenza di lanciare un progetto pilota che da Busto potrà espandersi». Busto però ha avuto la fortuna di trovare gente come Renzo Rosso e Arianna Alessi, «ma anche un’altra benefattrice che so preferisce restare anonima ma è stata di una generosità infinita, poi i Rotary, il sindacato cittadino degli avvocati, tante associazioni che hanno fatto raccolte fondi. Con loro tutta la rete di amici che si sta massacrando ad allestire i locali». Fra dieci giorni, in una grande festa con mister Diesel, l’avventura inizierà.
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