FASE 2
Cene, falsa partenza
Ristoranti quasi vuoti, ma i gestori se l’aspettavano: «Ci vorrà molto tempo». E qualcuno aspetta a riaprire
Falsa partenza per le pizzerie di Busto. Ma l’avvio a rilento era largamente atteso dagli esercenti.
«Ci aspettano mesi molto difficili», dicono in coro i ristoratori, ben consapevoli che ci vorrà del tempo prima di tornare a pieno regime. Il primo sabato sera del dopo lockdown (oltretutto guastato dalla pioggia) si è chiuso quasi ovunque con magri risultati.
«Come sta andando? Guardate la sala e giudicate – sospira Gaetano Imperato della trattoria pizzeria “La Perla” di viale Rimembranze, mostrando i tavoli in gran parte vuoti -. La gente ha ancora paura di andare a mangiare fuori. L’avevamo messo in conto. Il primo periodo sarà complicato».
Le disposizioni sulla sicurezza hanno fatto perdere alla “Perla” il 30 per cento dei coperti: «Ma se riempissimo l’altro 70 per cento i conti tornerebbero. Il problema è che i clienti sono ancora troppo pochi. Bisogna tenere duro». Imperato non si piange addosso: «Guai a perdere la fiducia – sottolinea -. È il momento di rimboccarsi ancora di più le maniche. Vorrà dire che passeremo l’estate lavorando. Ma un po’ per volta ci riprenderemo».
Incassi in calo anche a “La Cornacchia e il Mosto” di via Cadore: «Abbiamo guadagnato un terzo rispetto a un normale sabato pre-Covid - fa sapere il titolare Vincenzo Bruzzese -. Molti hanno ancora paura di andare al ristorante, malgrado tutte le misure che stiamo adottando per garantire la sicurezza, e che ci hanno fatto rinunciare a una quarantina di coperti. Siamo preoccupati per il futuro, anche perché la nostra categoria non ha ricevuto alcun aiuto concreto».
I clienti si sono adeguati abbastanza bene alle nuove regole, ma c’è qualcosa da migliorare anche sotto quest’aspetto: qualcuno, infatti, dimentica di indossare la mascherina quando esce dal locale per fumare una sigaretta.
Ampi spazi vuoti anche “Da Mario” in zona cimitero: «Per fortuna ci si salva con l’asporto - la prende con filosofia il gestore Vito Cozzella -. Per il resto, bisogna avere pazienza. Pur consapevoli delle difficoltà, abbiamo voluto riaprire per cominciare a ritrovare un po’ di normalità. Ci aspettavamo di dover faticare in questa prima fase. Molta gente è ancora titubante, speriamo che le cose migliorino col passare delle settimane».
Non tutti i ristoranti comunque hanno deciso di riaprire. Tra quelli chiusi c’è anche la nota pizzeria “Capri” di viale Diaz: «Per il momento abbiamo deciso di proseguire solo con l’asporto e le consegne a domicilio - spiega il proprietario Gino Savino, che è anche fiduciario dei ristoratori di Ascom Busto -. Non me la sento di riaprire in una situazione in continuo divenire, con un governatore regionale che ogni due giorni dice che potrebbe chiudere tutto un’altra volta. Penso sia più prudente aspettare ancora un po’, anche se molti clienti mi chiamano perché non vedono l’ora che il ristorante riapra. Lo faremo, questo è certo, ma aspetto che ci sia qualche certezza in più. Il nostro settore è stato fortemente penalizzato e non sta ricevendo aiuti da nessuno».
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