LA PROTESTA
Circo a tutto volume: «Qui tremano i vetri»
Residenti esasperati: musica a livello intollerabile, in casa tremano i vetri

«Il circo abbassi i decibel: quando parte la musica, in casa tremano i vetri». Sono esasperati alcuni residenti del tratto di via Magenta dirimpetto al Campone, dove da qualche giorno è accampato il Circo Internazionale “Città di Roma”.
I cittadini lamentano rumori molesti, ai limiti della sopportabilità, sia durante lo spettacolo pomeridiano sia in quello serale. «I “bassi” hanno una potenza inaudita – sottolinea uno dei residenti - Abitando a non più di quaranta metri dal tendone, potete immaginare i disagi. In alcuni momenti dello show la musica viene alzata a tutto volume e mi tremano i vetri. Come potete immaginare è una cosa per nulla piacevole». Ovviamente il problema riguarda in primis chi abita nelle vicinanze del Campone di Borsano, ma anche in qualche abitazione più distante si avvertono distintamente gli effetti della musica sparata “a palla”.
«Vivo qui da tanti anni ed è la prima volta che succede una cosa del genere – continua il residente -. Lo stesso Circo “Città di Roma” era stato qui nel 2019 e non abbiamo avuto disagi. Non capisco perché abbiano alzato così tanto i volumi. In fondo ci si può divertire anche con una musica più soft». Nei giorni scorsi i cittadini interessati dal disagio hanno contattato le istituzioni e la Polizia locale: «Per ora il volume è ancora alto, il problema non è stato risolto – allargano le braccia i residenti -. Sembra addirittura che manchino dei rilevatori di decibel ma non ci vogliamo neanche credere. Esistono perfino delle app per fare questo tipo di verifiche. Finora ci siamo scontrati con un muro di gomma».
Il circo rimarrà a Busto fino al prossimo 9 gennaio, e i borsanesi temono di dover vivere altri pomeriggi e serate “agitate”. «Non abbiamo nulla contro il circo – aggiunge uno di loro -. Chiediamo solo ai responsabili di tenere la musica a volumi normali. Non ci sembra una richiesta impossibile. Capiamo le esigenze degli artisti, ma anche noi abbiamo il diritto di non veder tremare i nostri vetri».
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