LA SENTENZA
Condannato il guardone manesco
Aggredì una coppia al parcheggio di via per Fagnano dopo essere stato invitato ad andarsene

Il suo passatempo preferito? Spiare le coppie che si appartano in macchina nei luoghi di ritrovo di chi ama sperimentare rapporti alternativi. Un hobby che gli è costato una condanna a nove mesi per lesioni. L’imputato non intende impugnare la sentenza.
Del resto nel corso del processo ha ammesso di avere alzato le mani quella notte e ha spiegato di averlo fatto per legittima difesa, ma prove di un’aggressione subita non ne sono emerse durante il dibattimento. E le vittime - marito e moglie - hanno fornito una versione diversa dei fatti.
Tutto accadde a gennaio del 2016 in via per Fagnano, nel parcheggio di un centro commerciale che dalle 23 in poi si trasforma in uno spiazzo della lussuria più bizzarra. Scambisti, esibizionisti, guardoni onanisti: è un appuntamento implicito, in zona tutti sanno che lì i raduni sono tematici. L’imputato, un quarantacinquenne single e incensurato, era solito bazzicare quell’area.
E i coniugi, stando alle parole del guardone, non erano neofiti. «In altre occasioni non avevano avuto nulla da ridire sulla mia presenza», ha raccontato in aula. Quella sera - intorno alle 2.30 - il quarantacinquenne notò il veicolo che già conosceva e si è avvicinato pensando di poter assistere allo spettacolo, e subito dopo si affiancò un altro, altrettanto interessato. Ma dall’abitacolo uscì un quarantenne furibondo che gli urlò di andarsene. La reazione dell’imputato fu del tutto inadeguata: gli sferrò un pugno sul muso che lo fece cadere a terra e poi lo prese a calci in faccia. Qualcuno chiamò la polizia e quando la squadra volante arrivò raccolse la denuncia della coppia e le giustificazioni del voyeur. Marito e moglie, ascoltati in udienza, hanno raccontato che quella gelida notte erano approdati nel parcheggio hard solo per parlare di questioni personali, che non avrebbero potuto trattare in casa loro perché occupata dalla suocera. Ma, ripete l’imputato da quel giorno, «io mi sono avvicinato perché li conoscevo, perché fanno parte della comunità di scambisti e di esibizionisti che frequentano il parcheggio. Li avevo osservati altre volte insieme ad altri spilletta», così come si definiscono i guardoni nel loro ambiente.
La tesi della lite degenerata, in cui il quarantacinquenne si sarebbe difeso eccessivamente non è passata. Il giudice, in virtù della sostanziale confessione, ha concesso le attenuanti generiche.
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