IL DELINQUENTE
Preso dopo la fuga: «Vi pago»
Schianto in viale XX Settembre: il nomade è in cella. È accusato anche di istigazione alla corruzione
Ci ha provato, gli è andata due volte male. Quando gli agenti della polizia locale lo hanno tirato fuori dall’Audi distrutta nell’incidente di viale 20 Settembre e gli hanno spiegato che avrebbe dovuto soffiare nel palloncino perché puzzava di alcol, lui ha infilato una mano in tasca e ha tirato fuori una mazzetta di banconote.
«Vi pago, lasciate stare», avrebbe detto il nomade agli agenti.
L’uomo è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale ma la trovata gli è costata anche un’accusa di istigazione alla corruzione, che si sommerà alla denuncia per essersi rifiutato di sottoporsi all’alcoltest.
L’INCIDENTE
Lo schianto era avvenuto attorno alle 10 di lunedì 26 marzo: poco prima una pattuglia della polizia locale aveva notato un’Audi RS6 con targa tedesca parcheggiata sulle strisce pedonali in piazza Garibaldi. L’auto, intestata a una società straniera, era in uso a un nomade di origini slave già noto alle forze dell’ordine.
L’uomo era visibilmente ubriaco, ma agli agenti ha garantito che a spostare l’auto sarebbe arrivato un suo amico. Poi quando la pattuglia ha girato la testa è salito sull’Audi ed è partito a tutta velocità, attraversando viale Duca D’Aosta e inanellando una serie di contravvenzioni al codice della strada. Arrivato in viale 20 Settembre, il nomade ha tamponato una Mitsubishi guidata da un uomo di 77 anni, e l’auto ha carambolato contro due vetture parcheggiate al margine della strada.
Fortunatamente, l’anziano se l’è cavata con una visita di controllo al pronto soccorso dell’ospedale di Busto.
LA CORRUZIONE
Il nomade era evidentemente in stato di ebbrezza, portato al comando per non aggravare ulteriormente la sua posizione ha tentato di evitare l’alcoltest. E siccome in tasca aveva una mazzetta di contanti, ha pensato bene di offrirne un po’ agli agenti perché lasciassero correre. Tecnicamente, l’automobilista ha istigato alla corruzione i due agenti che aveva davanti, e questo è un reato. D’intesa con il pubblico ministero Chiara Monzio Compagnoni, nella stessa serata di lunedì il nomade è stato arrestato e accompagnato in una cella della casa circondariale di Busto Arsizio.
La mattina di ieri, martedì 27 marzo, gli agenti della Penitenziaria lo hanno accompagnato al Tribunale di Busto, dove l’arresto è stato convalidato. In attesa del processo che lo vedrà imputato con le accuse di resistenza, istigazione di corruzione e rifiuto di sottoporsi all’alcoltest, l’uomo resta in carcere.
Il pubblico ministero ha inoltre disposto il sequestro dell’Audi, una bomba da 560 cavalli dal valore di circa 120mila euro. L’auto è stata danneggiata seriamente, in attesa di una serie di accertamenti (in primis sui documenti assicurativi), l’auto è ferma in un deposito.
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