EFREM
«Molti gli chiederanno scusa»
Parla il fratello del consigliere comunale arrestato nell’indagine sulla ‘ndrangheta. «Tanti politicioggi lo scaricano nonostante le accuse ridicole ma sappiamo che ne uscirà pulito»

Il momento è terribile, lo shock è ancora forte. Ma, come sempre accade nella vita, nei periodi più duri si può quantomeno distinguere quali sono gli amici autentici e quali le semplici conoscenze. Ecco perché Daniele Efrem, fratello minore di Paolo, da lunedì in carcere ad Opera per false fatture in favore della ‘ndrangheta, ci tiene a «ringraziare tutti quelli che in queste ore ci stanno manifestando il loro affetto e la loro solidarietà. Stiamo ricevendo messaggi e telefonate davvero da tutta Italia: non solo dalla nostra zona, ma anche da Bologna, Modena, Ancona, Roma», sottolinea Efrem. «Tutta gente che sa che persona sia davvero mio fratello. Una persona molto diversa da quella di cui si parla in questi giorni sui giornali e sui social».
IL TEMPO GALANTUOMO
Paolo Efrem, consigliere comunale (attualmente sospeso) della lista civica di maggioranza Busto Grande-Lombardia Ideale, è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta sulle infiltrazioni malavitose nel settore dei rifiuti. Gli viene addebitata l’emissione di false fatture con l’aggravante dell’agevolazione delle cosche. Daniele, di tre anni più giovane di Paolo, pur non addentrandosi nel merito dell’indagine, è convinto che «il tempo sarà galantuomo. Mi auguro solo – aggiunge – che chi oggi sta sputando fango su mio fratello, senza minimamente sapere come siano andate le cose, gli chieda almeno scusa quando tutta questa storia sarà finita. Perché la verità è destinata ad emergere. Ed è molto diversa da quella raccontata da persone che sono assolutamente non credibili».
LE ACCUSE RIDICOLE
Il fratello dell’esponente di Busto Grande tiene a evidenziare un aspetto della vicenda: «Tra le accuse rivolte a Paolo c’è anche quella che le cosche gli avrebbero organizzato la campagna elettorale. Una cosa allucinante: quella campagna è costata 500 euro, soldi che sono serviti ad acquistare i classici “santini” e qualche volantino. Tutto qui. E questa sarebbe la faraonica campagna organizzata dai boss? Tant’è vero che Paolo ha portato a casa 82 voti, e non sarebbe neppure entrato in Consiglio comunale se successivamente Matteo Tosi non si fosse dimesso per ricoprire un altro incarico. Come si può pensare che una cosca si mobiliti per spendere 500 euro e ottenere 82 voti?».
LA POLITICA DA SALVARE
A proposito di Tosi, proprio il garante dei detenuti è stato tra i primissimi a esporsi su Facebook, scrivendo sulla propria pagina di non riuscire neanche a immaginare Paolo Efrem «come affiliato di qualsivoglia cosca o simili». «A differenza di altri che si sono subito defilati, Matteo ha immediatamente messo la faccia per dimostrarci la sua vicinanza. Per questo lo ringrazio pubblicamente, come ringrazio altri esponenti politici che ci hanno manifestato solidarietà sul piano umano, come Antonio Corrado, Paola Reguzzoni e Alessandro Albani».
Per la famiglia Efrem è iniziato il periodo più difficile: «Siamo sotto shock, perché siamo certi che Paolo sia totalmente estraneo alle accuse che gli vengono rivolte. Ma il tempo è galantuomo e la verità verrà a galla».
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