SMART WORKING
Farioli si scopre mago del pc
Prima inesperto di tecnologia, ora l’ex primo cittadino bustocco si ritrova a capo della rivoluzione digitale in Comune

A Busto Arsizio la rivoluzione digitale di Palazzo Gilardoni è finita forzatamente nelle sue mani. Lo ha imposto il coronavirus che, in municipio come in ogni altro ufficio, ha obbligato a rivedere le regole della partita e l’organizzazione del lavoro, sostituendo alla classica scrivania, il collegamento digitale da remoto.
È la filosofia dello smart working, che anche in Comune è nato all’improvviso ed è cresciuto a dismisura. E tutto questo è passato appunto sotto la supervisione di Gigi Farioli, ex sindaco e oggi assessore (fra l’altro) al personale, che di tecnologia - fino a qualche tempo fa - capiva zero. «Non che adesso ci capisca molto di più - spiega lui sornione - ma mi sto adattando». E poi, ribadendo il suo mantra per cui «anche dalle grandi difficoltà possono uscire delle enormi opportunità», ecco che si è messo in gioco. «Più che altro cerco di coniugare la praticità che deve guidare i servizi offerti da un ente pubblico con i consigli informatici che mi danno quelli che se ne intendono davvero».
Fatto sta che adesso Farioli maneggia parole come harware, software e firewall, prima assolutamente escluse dal suo pur forbito vocabolario.
Ma, appunto, quel che conta è che la macchina si sia rimessa a correre anche con il telelavoro, laddove è stato possibile attuarlo. In via Fratelli d’Italia sono ormai 150 le posizioni lavorative che si alternano nel servizio direttamente da casa. «Arriveremo fino a 200 e, comunque, sono chiare le direttive che impongono di portare avanti questo processo anche quando l’epidemia sarà passata. Ormai la strada della digitalizzazione è stata imboccata».
A dire il vero era uno dei grandi progetti dell’anno, ma senza l’emergenza covid a dare la spinta, si sarebbe agito con grande prudenza, chissà quando. «E invece - aggiunge Farioli - abbiamo davvero dato un’accelerata incredibile che neppure io pensavo potesse realizzarsi con questa efficacia in pochissimi giorni».
Adesso, però, è tempo di guardare anche al futuro, per un ritorno alla normalità che neppure in Comune sarà come prima: «La verità - prosegue l’assessore - è che strumenti come lo smart working, da straordinari dovranno diventare ordinari, aumentando la sicurezza e l’affidabilità del sistema con una serie di interventi che stiamo andando a progettare in sede di variazione di bilancio. D’altronde dotarsi di un meccanismo informatico digitale interno significa compiere una forma di investimento importante, senza andare a diminuire il personale ma velocizzando semmai certe procedure. È un cambiamento che oggi è visibile e che domani, pur magari essendo meno di impatto, consentirà davvero di essere al passo con i tempi. Non nascondiamoci dietro un dito: in Comune lo sforzo è stato enorme ed è riuscito, però abbiamo dei sistemi di harware e software obsoleti. Per supportare meglio le postazioni in remoto, dobbiamo assolutamente aumentare la sicurezza di questi collegamenti, rendendoli più solidi. In questo senso ringrazio dirigenti e funzionari che si sono impegnati per realizzare in pochissimo tempo il progetto, mettendoci, fra le altre cose, una competenza nel ramo informatico che mi lascia sbalordito. Mi hanno fatto da scuola, io forse non ho imparato tutto, ma ho colto il senso».
In fondo la sua verginità digitale la considera un valore: «Non sono un tecnico, ma proprio per questo ho lo sguardo libero da ogni incrostazione di presunta competenza rispetto a quelle che possono essere le soluzioni per perfezionare questa catena di collegamento. I miei passi sono molto lenti, ma mi sono reso conto di come funziona. E poi ho capito che le mie resistenze personali sono da superare».
Così adesso Gigi Farioli rilancia la sfida: «L’investimento di questi giorni deve essere solo il primo di una serie, perché la digitalizzazione è fondamentale per dare risposte veloci ai cittadini ma anche per consentire di attuare le politiche di conciliazione del tempo per lavoro e famiglia fra i dipendenti, nonché per indurre risparmi sostanziosi». In lui, insomma, ogni ostilità alla tecnologia è caduta: «Sono e resto un romantico conservatore - chiosa l’ex sindaco - ma quelli come me devono fare una sola cosa: tenere il meglio del passato, senza però condizionare il meglio per il futuro».
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