L’ARRESTO
Busto, fine dei matrimoni di comodo
Due donne organizzavano nozze tra italiane e marocchini solo per i permessi di soggiorno

Matrimoni di comodo per fare ottenere permessi di soggiorno a persone irregolari in Italia. Due donne, una marocchina e una italiana, sono state sottoposte, rispettivamente, agli arresti domiciliari e all’obbligo di presentarsi quotidianamente in Commissariato, misure cautelari disposte con un’ordinanza del gip.
LE INDAGINI
Dalle indagini svolte dal commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio e della Procura della Repubblica è infatti emerso che le due avessero inventato un meccanismo per realizzare guadagni illeciti permettendo a stranieri di regolarizzarsi. La prima gestisce un Caf a Legnano e la seconda, seppure già nota alla polizia, operava nell’assistenza di soggetti fragili. In due casi le complici hanno ottenuto il risultato agendo come sensali di matrimoni di comodo tra mogli italiane, a loro volta indagate, e mariti marocchini che, per i precedenti o per essere già stati espulsi dall’Italia, non avrebbero potuto ottenere permessi di soggiorno nel nostro Paese. Inutile dire che le coppie non si erano in realtà mai incontrate prima del giorno del matrimonio, celebrato in Comune con testimoni e interpreti procurati dalle due indagate.
FINTO POSTO DI LAVORO
Per almeno altri 15 stranieri, invece, la garanzia di non venire espulsi è stata ottenuta eludendo la sanatoria 2020, il Decreto-Legge che permetteva ai datori di lavoro con minimi requisiti patrimoniali di dichiarare un preesistente rapporto di lavoro in nero con uno straniero, impiegato in particolare come colf o badante. Era sufficiente la presentazione della domanda, e quindi l’esibizione da parte del lavoratore della relativa ricevuta, per rendere lo straniero inespellibile. Sostanzialmente le due hanno simulato l’esistenza di rapporti di lavoro domestico tra fittizi e talvolta inconsapevoli datori di lavoro per lo più procurati dall’italiana tra soggetti fragili che conosceva e dei quali possedeva i dati personali avendone carpito la fiducia - e cittadini stranieri irregolari nel territorio nazionale generalmente reperiti dalla marocchina che poi ne seguiva le pratiche mantenendo i contatti con gli Enti competenti. Alle due vengono anche attribuiti casi di sostituzione di persona, per essersi in più occasioni sostituite ai finti datori di lavoro per ingannare i Funzionari dell’Inps e della Prefettura, e truffe ai danni di due stranieri, ai quali era stato fatto credere di aver avviato o agevolato la trattazione di inesistenti pratiche di regolarizzazione.
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