IL RICORDO
Il BAff celebra Max Croci
Nel “suo” Fratello Sole, rievocata dai colleghi di cinema l’intera carriera del giovane regista scomparso a novembre

Le lacrime, è evidente, non si possono nascondere. Ma il pomeriggio in ricordo di Max Croci, al Fratello Sole, è una festa di cinema. Il suo cinema.
Tutta la carriera del regista bustese venuto a mancare l’8 novembre 2018 a soli 50 anni viene rievocata in tre ore, fra la proiezione di corti e spot e i saluti carichi di affetto di tanti amici, che lo hanno apprezzato come professionista appassionato e come uomo dotato di rara sensibilità.
Il BAff rende omaggio a Max con Sky Cinema. Ed è una carrellata di attori, costumisti, autori di colonne sonore.
L’assessore Manuela Maffioli, affiancata dal sindaco Emanuele Antonelli e dal collega Gigi Farioli, annuncia che mamma Gabriella Spagnolo ha donato tutta la videoteca di Croci alla biblioteca comunale, lì nascerà un fondo che porterà il suo nome.
Scatta un applauso «alla Gabri», come la madre del regista è conosciuta da tutti: parrucchiera esperta è stata autrice di molte acconciature nei cortometraggi e appare anche in Rosso Tigre, in un cameo.
La famiglia è presente e tanti abbracciano Gabriella con immenso affetto. Lei conosce tutti. E tutti la adorano per la sua dolcezza. La stessa di Max.
A presentare sono Steve Della Casa, che Croci ha fatto recitare in più occasioni, e Francesco Castelnuovo.
Alessandro Munari, presidente del BAff, ricorda il sopralluogo compiuto a Malpensa in vista del documentario sulla storia dello scalo: «Aveva una passione straordinaria, era un grande regista e un uomo dolcissimo».
Scorrono sul video alcune interviste, mentre il logo scelto è un autoritratto disegnato da Croci stesso.
A braccia conserte. Emergono l’amore per i personaggi da cartoon, la cura nel realizzare con creatività i titoli di testa e di coda, il legame con la pubblicità, la tenacia che lo ha portato ad autoprodurre i primi lavori.
Alessandra Faiella e Nicoletta Maragno con il regista hanno condiviso mille avventure.
Gli aneddoti non mancano. Anche strettamente personali: si ride in questo ricordo, perché quella lunga amicizia è stata cadenzata da risate e percorsi condivisi.
Mauro Coruzzi, in arte Platinette, ricorda il coraggio di Max «nell’invitare a recitare me, soubrette di regime» per Marameo, girato a Busto al Melograno: «Con lui ho capito la misura, dovevo mitigare le mie velleità. Mi fece interpretare un doppio ruolo: un gangster che fa rapire l’uomo sbagliato e Platinette. Aveva il dono di amare l’inatteso. Ha sdoganato Ambra Angiolini, rendendola un’attrice formidabile, la sottrazione è diventata uno stile».
Con Ambra Angiolini anche Carla Signoris è stata diretta da Croci e per Countdown le due attrici hanno ottenuto il nastro d’argento.
«Era un uomo gentile, amava le attrici con cui lavorava e non si poteva dirgli di no. Coinvolse tutta la famiglia Crozza, Maurizio e i nostri figli Giovanni e Pietro per un corto che presentarono a Giffoni».
Non manca la squadra di Cinepop, trasmissione di Sky cui Croci ha regalato titolo e fantasia.
«Vederlo lavorare era fantastico», dice Emanulea Zigiotto.
«Per ogni conduttrice aveva la parola giusta, ne trovava la sfumatura giusta».
Ed eccole le attrici-conduttrici per un mese: Laura Adriani, Stella Egitto, Enrica Guidi.
Stella è carica di affetto: «La sua cifra erano intelligenza e irriverenza. Questo pomeriggio è un contenitore pazzesco. Se una persona rivive attraverso chi ha contaminato, io rivedo il suo tratto dietro ogni attrice. Lui ti faceva sentire quello che voleva, poi provavi a restituirlo».
Paolo Kessisoglu si fa sentire al telefono. Carolina Crescentini è l’ultima ospite in sala: «Era un uomo per bene - dice - l’ho consociuto 12 anni fa. Mi ha fatto interpretare l’amica pazza di Ambra, mi ha fatto fare di tutto. Avevamo un sacco di progetti. In ottobre vidi una sera in Tv Victor Victoria, decidemmo di farne un remake. Quando ci ritroveremo, dall’altra parte, ci riusciremo a modo nostro».
Il finale è ancora una volta di Max: l’amico Max Gnocchi legge il suo tema del 1978, in cui descriveva il proiettore, raccontava il desiderio di ricevere in dono filmini in Super 8 e dichiarava il sogno poi realizzato: «Da grande spero di diventare un ottimo regista».
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