IL FESTIVAL
Nada premiata al Baff
La cantante e scrittrice ha ripercorso il suo rapporto col cinema. E stasera c’è Massimo Ghini

– Da “Fanny e Alexander” a “2001 Odissea nello spazio”, passando per “Speriamo che sia femmina”. Un viaggio nel mondo del cinema visto con gli occhi di Nada.
Il secondo appuntamento del BA film festival 2021, svoltosi ieri sera, venerdì 17 settembre, al Teatro Sociale di Busto Arsizio, è stato l’occasione per ricordare quanto «il cinema sia parte della vita e aiuti a vivere meglio». La cantante e scrittrice toscana ha ripercorso con Steve Della Casa il suo legame con il cinema a partire dalla richiesta di Paolo Sorrentino di utilizzare la sua “Senza un perché” per “The Young Pope”. «Mi aspettavo chiedesse “Ma che freddo fa” o “Amore disperato” - ha raccontato Nada - invece ha voluto questo mio testo che dice cose drammatiche con speranza. Quando la canzone uscì, non se ne accorse nessuno. Sorrentino, che propone sempre atmosfere avvolte da un’aura di mistero, mi spiegherà un giorno cosa lo abbia spinto a preferirla. In realtà è come se avesse scritto le scene su quella canzone».
Poi le emozioni legate a “La bambina che non voleva cantare”, film tratto dal suo libro “Il mio cuore umano”: «Mi sono fidata della regista Costanza Quatriglio ed è andata bene - ha detto Nada -. Era la mia storia, ma era universale. Mi sono commossa».
Della Casa ha voluto proporre un cameo tratto da “Una mamma imperfetta” di Ivan Cotroneo e poi immagini del film di Mario Monicelli “Speriamo che sia femmina”: «Lo amo perché racconta donne coraggiose, un universo che ricorda quello in cui sono cresciuta e che ho amato - ha evidenziato Nada -. E credo che questo amore, la forza delle donne che avevo conosciuto da piccola, mi abbia spesso salvato».
Attrice di teatro e autrice di monologhi, Nada considera i film di Ingmar Bergman «terapeutici» e il capolavoro di Stanley Kubrik emblema della fantascienza che «ti aiuta a scoprire chi sei»: «Mi piacerebbe essere eterna per vedere come sarà il futuro. Forse da un’altra parte lo vedremo, speriamo». Duro il giudizio sui revival televisivi sempre rifiutati: «Ho detto tanti no, rinunciando anche a un sacco di soldi. Li trovo irrispettosi. Da spettatrice penso che sia da cretini, non voglio certo trovarmi lì».
A Nada il BAff ha donato un premio legato alle sue grandi passioni: musica, scrittura, parola. E il direttore artistico ha evidenziato la sua «coerenza e la sua grande capacità di affabulazione».
A fare gli onori di casa il sindaco Emanuele Antonelli, il presidente del festival Alessandro Munari, il presidente emerito Gabriele Tosi e il presidente del teatro, Luca Galli: «Il Sociale compie 130 anni, li auguriamo al Baff», l’auspicio comune. Ma per adesso ci si concentra su questa edizione e sulla prossima, la numero venti. Stasera, sabato 18 settembre, alle 21 appuntamento con Massimo Ghini, che riceverà il premio Dino Ceccuzzi all’eccellenza cinematografica.
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