IL DEGRADO
Fantasmi nell’ex concessionaria
Il vecchio salone Fiora sui Cinque Ponti invaso e devastato da vandali, clochard e tossicodipendenti

Fino a poco più di un quinquennio fa era un luogo pieno di vita e di lavoro, un piccolo gioiellino imprenditoriale e d’architettura, un edificio dall’estetica innovativa che faceva da ottimo biglietto da visita per l’intera città, visto che si affacciava (e ovviamente si affaccia ancora) sui frequentatissimi Cinque Ponti. Oggi, però, l’ex concessionaria d’auto Fiora non solo è desolatamente vuota, ma è diventata terra di conquista per vandali, predoni, sbandati e tossicodipendenti. Ci sono passati praticamente tutti da quello stabile e, visti i resti d’ogni tipo accatastati dove un tempo c’erano uffici e macchine nuove fiammanti, c’è la prova provata di come i passaggi avvengano ancora. Nell’indifferenza generale.
L’immagine più inquietante di quello che è diventata oggi la vecchia sede di mezzi Volkswagen e Skoda è data da quella siringa adagiata in mezzo al salone principale. Testimonia come in quest’angolo fra i Santi Apostoli e San Giuseppe, dove il traffico le sfreccia accanto implacabile e abbondante, sono passati e passano persone distrutte dalla droga. Anzi, notizie confermate da chi interagisce con il sottobosco di povertà e disperazione presente nella città, dicono che lì siano finiti per un certo periodo alcuni dei ragazzi che prima dimoravano nei magazzini della stazione Fs. Quando vicino ai binari arrivarono le ruspe ad abbattere le casette, costoro cercarono un’altra destinazione e la trovarono proprio nella concessionaria dismessa. Oltretutto pare che in passato siano riusciti a manomettere gli impianti e ad avere corrente per alimentare i loro telefoni cellulari.
Ma quello che da tantissimo tempo sta avvenendo ai Cinque Ponti non è un fenomeno così nascosto. Né introdursi in quei locali commerciali risulta particolarmente difficile, considerando che l’eterogenea popolazione che ha abitato quelle mura ha distrutto tutto. A partire da una porta d’ingresso, prima mandata in frantumi e poi definitivamente abbattuta. Qualche writer, approfittando dello spazio lasciato libero, ha già lasciato la propria firma. A costoro si sono aggiunti altri scribacchini con lo spray, pronti a lasciare messaggi amorosi. Ma dell’intero contesto, le scritte sui muri sono la cosa più evidente ma anche quella meno paurosa.
Nelle salette aziendali trasformate in ambiti per i giacigli di fortuna, si trova di tutto. Intanto i cartoni di Tavernello, più di cento, gettati in ogni angolo. Poi i vestiti, come la camicia adagiata con cura allo sportello elettrico o gli zaini e le magliette mescolate alla spazzatura, fra mille mozziconi di sigaretta. Un paio di biciclette sono state smembrate. E poi borsette e altri oggetti, sicuramente frutto di furto, buttati su una catasta dove si trova di tutto. A questo si aggiungono i furti di materiale, dai pannelli del soffitto ai cavetti in rame. Si fa fatica a distinguere dove i danni siano stati effettuati per guadagnarci qualcosa rivendendo i pezzi e dove soltanto per il gusto di spaccare ogni cosa. Il punto è che l’allora bella concessionaria bustocca è oggi un luogo di spettri e sbandati. Che mettono inquietudine.
© Riproduzione Riservata