LA STORIA
La maturità speciale di Gian
Gianantonio Sablich, ragazzo con sindrome di down, si regala il 100 al liceo scientifico

Giornata speciale, quella di mercoledì scorso, 17 giugno, al liceo scientifico Arturo Tosi. Oltre che piovere a giugno e avviare la nuova, atipica maturità a prova orale unica, la prima commissione d’esame in via Grossi ha assistito con piena soddisfazione alla prova di Gianantonio Sablich, un ragazzo con la sindrome di Down che già si era presentato con il massimo punteggio e ha confermato pienamente le più rosee attese.
La valutazione della sua sessione d’esame è stata la prima ad essere conclusa e già sabato il cartellone relativo faceva bella mostra sull’albo del liceo, in versione cartacea come anche in digitale, sul sito.
Per lui è stato la conferma delle buone impressioni avute già durante e dopo la prova, che gli è valsa il massimo dei voti: 100 centesimi e i complimenti delle insegnanti e della preside Roberta Iotti. Tra i primissimi ad entrare dal tunnel simbolo del liceo per affrontare la maturità, Gianantonio, per gli amici semplicemente Gian, ne era uscito un’ora dopo accolto in via Ferrini dalla famiglia, ossia dal padre, l’ex consigliere comunale Giampaolo e della madre, la già senatrice Laura Bignami, da amici e amiche, alcune delle quali con la stessa sindrome, e compagni di classe con cartelli di felicitazione.
Almeno sua madre sperava di poter essere ammessa ad assistere alla prova ma non è stato possibile, né per lei né per il suo educatore Omar Gallazzi che ha seguito Gian per i cinque anni di liceo.
Le regole sono regole, d’altronde, e in fondo il ragazzo non necessitava neppure di avere un supporto, essendosela cavata alla prova dei fatti egregiamente da solo: «Commento di due poesie di Ungaretti, Veglia e San Martino, presentazione della sua tesina sul tempo. E poi la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, il fenomeno dei terremoti, la Costituzione, eh, insomma», elenca contenta mamma Laura.
Quando insieme al marito decise che il figlio speciale avrebbe fatto il liceo, le incognite e le perplessità non erano poche: «Invece ha dimostrato che un percorso liceale si può fare. Poi avrà sempre tempo per imparare un mestiere. Intanto si è dato da fare e avere finito un liceo, peraltro molto qualificante e rinomato com’è il Tosi, è un risultato di non poco conto. La speranza è che anche altri come lui seguano percorsi liceali e non si concentrino invece sui professionali. In questo modo, ossia distribuendosi su differenti indirizzi, sarebbero anche meglio seguiti e si eviterebbe quello contro cui ci battiamo da sempre, ossia la ghettizzazione in scuole a loro dedicate», spiega la senatrice.
Non è un caso che una delle maggiori difficoltà di questi mesi per Gian sia stata la mancanza di contatto con compagni e insegnanti. L’ultimo pensiero è anche un appello al mondo del lavoro perché non resti indifferente alle necessità comuni al suo come a tutti i ragazzi e le ragazze speciali: «Obblighi sociali e incentivi fiscali per favorire la loro assunzione non mancano. Si pensi anche che sono tutt’altro che un peso in qualsiasi contesto in cui operano: sanno dare serenità ad ambienti spesso fin troppo competitivi e pieni di rivalità. Lo si è notato bene in questi cinque indimenticabili anni di liceo».
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