LEGIONELLA
Non si trova la causa
Continuano i controlli sulla rete idrica, ma nessuna traccia del batterio. Stop all’infezione

«Mancano solo le cavallette. Dopo il Covid anche i casi di legionella: di certo non è piacevole». Paolo Genoni, punto di riferimento dei medici di base sul territorio e consigliere comunale, scuote la testa di fronte all’ansia che si aggiunge in parallelo a quella legata alla pandemia.
Mentre proseguono i controlli sulla rete idrica, che continuano a dare esiti negativi rispetto alla presenza del batterio che può generare febbre o anche polmonite, chi è alle prese quotidianamente con le preoccupazioni sanitarie dei bustesi non vive giorni facili.
Ieri, al pronto soccorso bustese non si sono registrati nuovi casi. Lo confermano Comune, Asst Valle Olona e Regione Lombardia. L’assessore al Welfare Giulio Gallera segnala precisazioni su due decessi: un 78enne, in bronco pneumologia con polmonite da legionella, è deceduto per infarto; una donna classe 1939, ricoverata in Medicina, è deceduta per una patologia neoplastica. Nelle sue analisi «tracce di positività alla legionella di antico contatto ma non una forma di legionellosi in atto».
«Ho ricevuto la comunicazione di Ats Insubria alle 14.57 di venerdì 4 settembre, ci segnalava la presenza di casi di infezione. Come medici del territorio non abbiamo avuto altre notizie», chiarisce Genoni. Anche in questo caso siete stati poco considerati? «Non so, credo che, se fosse stato possibile, avere comunicazioni qualche giorno prima per i colleghi che si sono trovati alle prese con un sospetto di polmonite sarebbe stato importante».
Già la polmonite. Tale quale al Covid? «La sintomatologia è sovrapponibile. Sapere che ci potessero essere casi di legionella qualche giorno prima avrebbe fatto piacere. Grazie al cielo non ho pazienti coinvolti». Gli anziani ancora una volta in difficoltà? «Sono i più delicati, perché fragili. Sono soggetti a rischio, ma il batterio è pericoloso anche per persone giovani e su questo occorre fare attenzione. Speriamo che facciano in fretta a identificare la fonte dell’infezione. Gli esempi di Bresso e di altri centri italiani non ci fanno stare tranquilli».
Ats non ha diffuso protocolli. «A differenza del Covid – precisa il medico di base – Abbiamo già linee guida e consigli sulle precauzioni da prendere. Certo essere alle prese con questa problematica oltre a quanto viviamo per il Covid è fonte di preoccupazione».
Sull’origine di questa emergenza non ci sono svolte. Alfa continua i monitoraggi, ma ancora non ha rilevato anomalie nella rete idrica. «Non è emerso nulla – conferma il presidente Paolo Mazzucchelli – Abbiamo clorato l’acqua e verificato la disinfezione tramite lampade UV. Da venerdì lavoriamo h24 ma in nessuna stazione di campionamento sono stati rilevati valori anomali».
Quindi, l’acqua non c’entra? «Non è di nostra competenza dire quale sia l’origine, supportiamo Ats con verifiche parallele e autonome. Non lasciamo niente di intentato».
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