LA SENTENZA
«Faccio saltare il palazzo». Assolto
Tunisino cercò di suicidarsi inalando gas, l’Appello riscrive la sentenza
È stato assolto in Appello il marocchino, oggi trentanovenne, finito sotto processo per il delitto di crollo di costruzioni (o altri disastri colposi), dopo essere stato arrestato il 20 febbraio di due anni fa con l’accusa di aver minacciato di far saltare in aria con il gas lo stabile in cui viveva a Busto Arsizio.
Condannato in primo grado dal Tribunale di Busto a sei mesi di reclusione senza condizionale, l’uomo è stato invece assolto dalla seconda Corte d’Appello di Milano «perché il fatto non costituisce reato».
In assenza delle motivazioni (il deposito dovrà avvenire entro 20 giorni), con la sentenza la Corte d’Appello ha di fatto «escluso la presenza dell’elemento soggettivo alla base del reato», per dirla con le parole del difensore dell’imputato, Arianna Cremona.
Di più, per costante giurisprudenza, «il dolo eventuale, e cioè la mera accettazione del rischio che si potesse verificare crollo dell’edificio, risulta incompatibile la natura del reato contestato».
«È stata male interpretate una sua frase estrapolata durante una concitata conversazione intercorsa con l’operatore del 118», spiega il legale.
«Il mio assistito aveva telefonato chiedendo aiuto e, nello specifico, un farmaco che potesse controllare la sua grave alcol-dipendenza e l’operatore gli aveva risposto dicendo che gli avrebbe mandato un’ambulanza o, in alternativa, una pattuglia dei carabinieri. Gli era montata l’ansia perché non trovava risposta al suo problema e, a quel punto, aveva detto: Ascolta bene, io aspiro il gas e poi accendo e faccia saltare in aria tutto”. In realtà, però, il suo fine ultimo, il suo scopo preciso, come richiede la norma, non era quello di far crollare l’edificio. Semmai l’uomo era intenzionato a farla finita, a suicidarsi, inalando il gas della sua stufa. A provare che la sua priorità fosse il togliersi la vita, basti ricordare che una settimana prima aveva già tentato il suicidio legandosi al collo i lacci delle scarpe».
Per la cronaca, in quei momenti, il nordafricano fu immobilizzata dai carabinieri, mentre i vigili del fuoco bloccarono l’erogazione del metano e fecero evacuare la palazzina.
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