DOPO L’ATTACCO
«Busto non è una città morta»
La giunta: «Polemica tendenziosa. Eventi gratuiti e di alto livello». Infinite le proposte che attirano gente anche da fuori, dalla cultura allo sport

«Questa città è morta. Se adesso andassimo in centro a cercare di bere un caffè, non troveremmo nessun locale aperto. Non c’è vita. Tutto chiuso».
Borsano, ore 23.15 del 6 febbraio. Un paio di cittadini accusano la giunta, in trasferta nel quartiere periferico, di avere generato una città fantasma.
Apriti cielo. L’assessore e vicesindaco Manuela Maffioli esplode, elencando tutte le opportunità offerte. La collega Paola Magugliani, impegnata sui grandi eventi, la segue a ruota.
E il sindaco Emanuele Antonelli non può tacere. Il giorno dopo, una riflessione è opportuna.
Sindaco, c’è ancora qualcuno che dice “Busto città morta”. Cosa risponde?
«Lo chiedo a voi. Cosa rispondereste? Hanno fatto bene Maffioli e Magugliani a infervorarsi. Gli eventi culturali e sportivi, ovvero quelli che attraggono persone da fuori, sono infiniti e di altissima qualità. Se poi parliamo di un caffè in centro, a tarda sera, in pieno inverno, beh la polemica appare inutile e tendenziosa. Non raccolgo più questo tipo di provocazioni: siamo a febbraio, fa freddo e soprattutto la gente da noi lavora, non ha tanto tempo per andare in giro la notte».
Alla luce degli attacchi che comunque si incassano, come valuta gli incontri nei quartieri?
«Servono, al di là delle polemiche suscitate da chi non vede di buon occhio l’amministrazione - risponde Antonelli - Io continuo, perché si parla di strade, verde, sensi unici: ho preso appunti, una quindicina di situazioni su cui comincio subito i controlli. Alle polemiche sono abituato, a me il confronto con i cittadini serve per capire quali situazioni siano da prendere in considerazione. Penso a viale Toscana, dove mancano i marciapiedi e, a detta di tutti, ci sono seri pericoli. Ho promesso uno studio di fattibilità, non ho detto che faremo dei lavori. Studieremo il caso e le risorse. Quella è un’altra via Lonate: sarebbe giusto dare un’occhiata. Se poi farò il sindaco per 25 anni, riuscirò a soddisfare ogni richiesta».
Torniamo alla città fantasma. Manuela Maffioli è davvero indispettita: «Non ho quasi più parole - replica - BA Classica è la prima di otto grandi manifestazioni culturali, ideate da qui a fine giugno. A questo si affianca una programmazione ordinaria nelle gallerie, in biblioteca, nelle librerie. Busto è una città viva e lo è sempre di più grazie al grande investimento dell’amministrazione, in campo culturale, in quello commerciale, come in quelli di altri colleghi di giunta. Parlare di città fantasma è un’affermazione qualunquista. Voglio pensare che nasca in buona fede, frutto di scarsa informazione».
E via con l’appello a tenersi informati:
«Gli eventi sono tanti, generici, sociali, culturali, sportivi e commerciali. Quando li si conosce, quella frase non ha ragione di esistere».
Per Paola Magugliani è lo stesso: «Siamo di fronte a un luogo comune. Fin da quando sono entrata in giunta, mi sono resa conto che si preparano tantissime proposte talvolta non note ai più. L’unico difetto può essere una mancanza di comunicazione: gli eventi sono tanti, ne abbiamo aggiunti molti. Ad esempio, per il prossimo Carnevale avremo tantissimi carri: pensiamo che Busto offre molto gratuitamente, altrove, penso a Cantù, si paga persino per le maschere».
Magugliani ricorda il Festival Jazz che ha riportato al successo: «Abbiamo fatto da traino per altre città, è un evento del territorio, di livello internazionale. Penso poi ai giovedì in centro, a quanto anticipa il Natale, all’estate. Facciamo rete, lanciamo idee di qualità. Cercheremo di comunicare meglio, anche se abbiamo già il sito Busto Eventi e la pagina Facebook. Non abbiamo molto personale per la comunicazione, cercheremo stagisti. Chi parla di città fantasma ha solo volontà distruttiva. Quanto al caffè di mezzanotte, nemmeno in piazza Duomo trovi gente adesso. Con la bella stagione tutto si ravviverà, non si veda solo nero».
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