L’INCIVILTÀ
Discariche abusive, cento vergogne
Lo scarico di rifiuti in prati e boschi non si ferma. Le contromosse di Agesp e vigili

Una decina di anni fa, quando venne svolta una prima mappatura delle discariche abusive, emerse un dato impressionante: 102 siti presenti in città sono puntualmente invasi dagli incivili.
Tanto tempo dopo la situazione non è cambiata, nel senso che si è riusciti a scendere qualche volta sotto la fatidica “quota cento” ma poi gli scaricatori hanno provveduto a rimettere la cifra al livello di prima, ricostruendo il degrado di prima o installandolo in nuove aree.
È una situazione che sembra ormai consolidata e che purtroppo continua a puntellare il territorio di angoli in cui compare di tutto: dalle semplici pattumiere agli ingombranti. Tant’è che non mancano mai segnalazioni di lavatrici, frigoriferi, computer, mobili e altri arredi di vario genere che “fioriscono” in mezzo al verde più appartato.
Tutto ciò per non parlare del problema dell’amianto, spesso gettato in terreni pubblici o privati per evitare di sobbarcarsi le spese per lo smaltimento imposto per legge a chi si trova a doversi disfare del pericoloso materiale. Insomma, è un assalto continuo all’ambiente e al decoro dell’intera città.
Perché è vero che la mappatura mostra delle zone critiche, in particolare l’area industriale di Sacconago, ma ogni quartiere periferico fa i conti con questa situazione.
Non che si possa dire che chi di dovere non sia impegnato nella battaglia per contrastare il fenomeno.
A partire da Agesp Spa che continua a informare tutti del fatto che smaltire i rifiuti è quasi sempre gratuito (eppure, proprio attorno al centro multiraccolta, si segnalano molte delle discariche incriminate) e cerca di mandare celermente i suoi operai a pulire perché è risaputo che qualsiasi luogo, quando viene interessato dallo scarico di un sacchetto, diviene poi luogo preferenziale per altri incivili. Non che manchino le proteste di cittadini che indicano come certe discariche vicine alle loro abitazioni siano persistenti, ma in linea di massima la risposta arriva quasi sempre.
Anche la polizia locale, dal canto proprio, non smette di organizzare servizi che servano a contrastare il problema a suon di sanzioni. Eppure, anche su questo fronte, qualcosa avviene, pure utilizzando le famose “fototrappole”, ovvero videocamere mobili che sono piazzate in punti sensibili per immortalare chi ha l’abitudine di usare le zone verdi come delle immense pattumiere, incurante di tutto.
Nel corso dell’ultimo anno le sanzioni di natura ambientale per abbandono di rifiuti sono state 94, ma la cifra comprende anche diversi casi nei quali il trasgressore si era limitato ad esporre i sacchi fuori da casa in orari non consentiti.
Invece il dramma vero è costituito da altro, cioè dalle persone che magari non pagano la Tari e non possono accedere al centro multiraccolta, quindi preferiscono buttare lo scarto a qualche centinaio di metri dalla piazzola. Cosa che avviene spesso anche quando a cercare di conferire i rifiuti sono dei non residenti che, trovando le porte sbarrate dagli addetti, cercano la via breve della discarica abusiva.
Anche a costo di rischiare sanzioni e denunce. Se invece l’azione resta impunita, i costi di pulizia e bonifica vanno a carico di Comune e Agesp, costretti a ridistribuirli nella Tari.
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