IL CASO
Scoperto lo stupratore seriale
In pochi mesi quattro donne aggredite tra Busto e il Legnanese: ordine di carcerazione consegnato mentre si trova già in cella per altri reati

È accusato di quattro episodi di violenza sessuale ai danni di altrettante donne, tutti avvenuti tra Busto Arsizio e il Legnanese: incastrato un trentacinquenne accusato anche di rapina, sequestro di persona e lesioni.
Nella mattinata di oggi, lunedì 22 luglio, la Polizia di Stato ha eseguito, all’interno del carcere di Busto Arsizio, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’uomo, già detenuto per altri reati.
L’attività di indagine era partita ad inizio anno quando una donna, fermatasi a fare rifornimento in un distributore cittadino, era stata sorpresa da un uomo con passamontagna e guanti in lattice che, salito velocemente a bordo dell’auto, l’aveva afferrata per i capelli intimandole di allontanarsi da quel luogo perché ricercato dalla Polizia. Giunti in uno sterrato isolato, dopo che l’uomo l’aveva costretta a baciarlo, la donna era riuscita a divincolarsi e a fuggire, chiedendo l’aiuto di una Volante di passaggio mentre l’uomo si dileguava nelle vicine zone boschive. I rilievi della Scientifica all’interno dell’auto della donna hanno permesso di repertare alcuni frammenti dei guanti in lattice indossati dall’aggressore e, dall’analisi nei laboratori, di isolare il profilo genetico di un soggetto di sesso maschile. Fondamentale anche lo scambio di informazioni avuto con gli agenti del commissariato di Legnano, che indagavano su un episodio simile per modus operandi avvenuto ad aprile nel territorio dell’Altomilanese. Ma sempre lungo il perimetro del Parco omonimo, che è in “comproprietà” tra Busto, Legnano e Castellanza. I sospetti sono ricaduti perciò sul trentacinquenne, residente nel legnanese, quando era sottoposto a libertà vigilata, e successivamente trasferitosi a Milano. Anche in questo secondo episodio l’aggressore aveva agito con passamontagna e guanti in lattice, scegliendo un distributore di benzina quale luogo per aggredire una donna da sola in auto per fare rifornimento. Salito sull’auto, anche in questo secondo caso il bandito ha costretto la vittima ad allontanarsi in zona più riparata, per poi subire abusi.
Ottenuto il via libera dalla Procura, gli inquirenti hanno confrontato il dna dell’uomo con quello trovato sulla scena del crimine e... bingo!
Ma non solo: gli elementi acquisiti hanno permesso di addebitare al trentacinquenne altri tre episodi analoghi avveuti a Castellanza, Parabiago e Villa Cortese, aggravando la responsabilità penale del soggetto, e facendo emergere la serialità del comportamento.
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