IL DEGRADO
Stazione Fs: si solleva la banchina
Usura devastante e vandalismi nel primo scalo ferroviario cittadino

La situazione si fa complicatissima alla stazione Fs di Busto Arsizio, dove le polemiche sono ormai pane quotidiano.
A lato dei problemi sulla tratta, ci sono quelli al punto di partenza.
La stazione di piazza Volontari della Libertà, almeno sulla carta, dovrebbe essere ben messa. Appena due anni fa veniva inaugurata al termine di lavori di restauro che l’hanno coinvolta nella sua interezza.
Tuttavia, al di là dei vandalismi, che certo non sono mancati nei servizi igienici soprattutto, e nei sottopassi (sempre in attesa di manutenzioni), la nova stazione cade a pezzi o si alza, a seconda: cade nel sottopasso che collega la stazione alla via Palermo e dove ormai i pannelli del contro soffitto sono appena due.
Gli altri sono stati rimossi perché pericolanti, soggetti a ripetuti colpi e manomissioni. Anche i cartelli che segnalavano le telecamere sono stati rimossi.
In realtà, di telecamere non c’è ne sono state mai, con eccezione di quelle che puntano ai nuovi ascensori, per prevenire situazioni di pericolo o guasti.
Ad alzarsi è invece la soprastante banchina tra i binari 4 e 5 dove si stanno alzando le piastrelle, costituendo veri e propri inciampi, peraltro già accaduti a ripetizione in un luogo oltremodo sensibile, dato che accanto sfrecciano i convogli.
Quale sia il motivo dello scollamento, se il caldo combinato a materiale scadente, non è facile dirlo e in fondo interessa meno del fatto che siano di impedimento al transito, anche nelle zone riservate agli ipovedenti.
Per non parlare della velostazione, ossia il deposito delle biciclette: mai inaugurato, mai funzionante: è lì con i disegni delle bici e chi si reca in stazione su due ruote a pedali e ha la malaugurata idea di lasciare il mezzo in balia della qualunque, finisce per legarlo alle ringhiere dei condomini sulla via Palermo, innescando nuove proteste da parte di residenti e passanti.
Al netto delle piastrelle scombinate, sono tutti nodi aperti ormai da mesi, senza che nessuno dei responsabili abbia ancora mosso un dito per rimettere in ordine la situazione.
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