EMERGENZA SOVRAFFOLLAMENTO
Busto, si riempie di farmaci in carcere: salvato
Il 22enne è stato portato in ospedale. Camera penale in visita

Forse è stato solo un gesto dimostrativo, un modo per attirare l’attenzione sul suo disagio. Perché a ventidue anni non è semplice sopportare la reclusione, al di là del motivo per cui si finisca dentro. Sta di fatto che il peggio è stato evitato.
INTOSSICAZIONE
L’altra notte, nel carcere di Busto Arsizio, è dovuta intervenire l’ambulanza per soccorrere il ragazzo: a quanto pare aveva ingerito una dose eccessiva di farmaci, non è escluso che volesse soltanto stordirsi, ma ha quasi perso coscienza. Inevitabile dunque il trasporto all’ospedale dove è stato ripulito, rimesso in sesto e rimandato in istituto. Il sovraffollamento carcerario e le criticità del sistema penitenziario nazionale portano anche a questo, a metodi di fuga mentali dalle conseguenze imprevedibili. Il decreto del ministro Carlo Nordio ha lasciato tutti con l’amaro in bocca e oltretutto la sua applicazione crea confusione. O meglio, le tante circolari che arrivano dal dipartimento sono spesso contraddittorie e rendono complicato attuarle.
LA VISITA DEI PENALISTI
L’unione nazionale delle camere penali da mesi porta avanti iniziative pubbliche per illuminare l’angolo oscuro della società, perché i detenuti sono parte dell’organismo civile e non è nascondendola che si guarisce la patologia. La sezione di Busto Arsizio il 22 agosto entrerà in via per Cassano per accertarsi delle condizioni attuali dei reclusi. Con il presidente Samuele Genoni e Lorenzo Parachini dell’osservatorio carcere dell’Ucpi faranno ingresso alcuni esponenti del Comune di Busto e di Gallarate, «per dare voce a chi purtroppo voce non ne ha». Agosto è uno dei mesi più difficili per chi è dietro le sbarre. Le famiglie partono, a colloquio non va quasi nessuno, gli avvocati sono in vacanza, i volontari pure, gli agenti della penitenziaria hanno ranghi ridotti: il caldo snerva e il bilancio dei fallimenti si mescola alla solitudine e il rischio di suicidi sale alle stelle. «Il sovraffollamento, tenuto conto delle condizioni fatiscenti degli istituti di pena in Italia, rappresenta il dramma nel dramma dell’estate nelle carceri, facendo aumentare concretamente il rischio di rivolte, di atti di violenza o di autolesionismo», spiegano dall’osservatorio dell’Ucpi. Da gennaio si contano già sessantacinque suicidi.
SENSO CIVICO
«Per questo abbiamo promosso giornate di visita in agosto coinvolgendo i rappresentanti della politica. Vogliamo dare nuovo impulso all’opera di sensibilizzazione». Il messaggio deve colpire l’opinione pubblica, certo, ma anche la magistratura, i parlamentari, l’associazionismo e l’informazione: «Ognuno deve fare la sua parte per riportare il carcere dentro i confini della legalità costituzionale, bisogna restituire dignità ai detenuti. Chi ha il dovere di intervenire non può stare nell’inerzia».
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