LA PIAGA
Maltrattatamenti: denuncia ogni 36 ore
Dall’inizio dell’anno sono ben trenta le richieste d’aiuto pervenute a Eva Onlus, lo sportello che assiste le donne vittime di violenze

Donne maltrattate: numeri da far paura ma allo stesso tempo, numeri che dimostrano come la rete anti-violenza stia funzionando e stimoli molte donne a ribellarsi ai soprusi che subiscono.
Di certo ogni giorno ad Eva Onlus, lo sportello che si occupa di ascoltare e assistere chi decide di mettere fine a botte e sopraffazioni, si stila un bollettino di guerra.
«Abbiamo appena dovuto procedere all’inserimento di una donna con figli all’interno di una struttura protetta, per sottrarla dalle sofferenze che sta vivendo e per evitare che la sua situazione degeneri ulteriormente», spiega Cinzia Di Pilla coordinatrice del sistema di risposta predisposto sul territorio.
«È il sesto caso simile dall’inizio dell’anno, tanti quanti ne abbiamo effettuati in tutto il 2018».
MACCHINA DA GUERRA
Un intervento, quello effettuato ieri a Busto e che ha fatto il paio con una vicenda altrettanto spinosa avvenuta nella zona di Gallarate, che è solo la punta d’iceberg della furia che si verifica fra le mura domestiche.
«Dall’inizio del 2019 siamo già a 30 nuove situazioni prese in carico, Anche qui, considerando che nei dodici mesi precedenti ci siamo assestati su poco meno di 200 casi, mi pare chiarissimo quale sia il trend».
E allora, pur in una struttura che sente la sofferenza per questioni dolorose e complesse, si va avanti nella convinzione che la strada imboccata sia quella giusta.
Per Di Pilla non c’è dubbio su questo: «Ormai seguiamo una procedura rodata, certo messa sotto stress in un ambito distrettuale che sta rispondendo parecchio, sottoponendoci le istanze di chi giustamente decide di denunciare».
Il problema - se così lo si vuole chiamare - è dunque figlio di una beffa: meglio si lavora, più sono le persone che contattano Eva Onlus per farsi assistere.
LA RETE “VERA”
Per fortuna Di Pilla e tutti quelli che operano nella struttura presieduta da Elisabetta Marca, sanno di poter davvero contare su un pacchetto di mischia che aiuta a trovare la risposta.
«Ormai - riprende la coordinatrice dello sportello - siamo affiatatissimi ad ogni livello. C’è la spinta delle amministrazioni, a partire da Busto Arsizio dove il sindaco Emanuele Antonelli e l’assessore Miriam Arabini credono fortemente in questo progetto, così come si segnala l’attenzione delle forze dell’ordine, dell’ambito giudiziario, della parte ospedaliera e di tutte quelle componenti che permettono di portare avanti una battaglia quotidiana».
In tutto questo «si è generato un sistema che aiuta chi si trova in difficoltà ad avere una reale presa di coscienza dello stato di sottomissione e soprusi in cui si viene a trovare».
GIOVANI E BENESTANTI
Insomma, c’è un’impennata di denunce con cui bisogna fare i conti, anche sfatando falsi miti su chi siano le persone che si presentano allo sportello.
«Non mi stancherò mai di ripetere - chiosa Di Pilla - che questo fenomeno ormai riguarda ogni settore della società. Ci sono famiglie benestanti, potremmo definirle insospettabili per chi non conosce la materia. E poi, altro elemento particolarmente critico, è il forte abbassamento dell’età delle maltrattate e dei maltrattanti. Noi continuiamo a lavorare e bene, di certo i numeri crescenti lo dimostrano ma stanno mettendo sotto pressione la macchina operativa. Però, anche se è faticoso, non abbiamo intenzione di fermarci».
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