DIETRO L’EVENTO
Una festa stupefacente
Party di fine anno con 4mila studenti, carabinieri contro droga e alcol. Fermato uno spacciatore, numerosi i malori

Il pastore tedesco carabiniere, appena sceso dalla camionetta, ha puntato istantaneamente verso un giovane di origini nordafricane che stazionava fuori dal locale “Zero”, al confine con Olgiate, dove era da poco iniziata la grande festa di fine anno delle scuole superiori.
Il cane, ovviamente, non si sbagliava nell’agitarsi attorno al ragazzo: addosso aveva infatti dello stupefacente e, nascosti in una tasca interna della giacca, quasi 400 euro.
È cominciata così la lunga nottata di controlli che giovedì i militari hanno deciso di concentrare proprio attorno al maxi-evento dedicato agli studenti. D’altronde, se all’interno la stragrande maggioranza dei giovani si è divertita in maniera sana, con i gestori del locale che hanno cercato di garantire la sicurezza con il proprio personale di controllo, tutt’attorno s’è addensata la minaccia.
Cioè l’hashish, purtroppo una presenza ormai costante fra gli studenti, anche minorenni. I carabinieri, nell’occasione, hanno segnalato un sedicenne e un ventenne come assuntori, stanno verificando la posizione del presunto pusher e hanno toccato con mano il rischio di eccessi che pervade le nuove generazioni.
Perché il party di saluto alle lezioni e di immersione nell’estate, li ha mostrati in tutta la loro crudezza. Anche sul fronte dell’alcol, considerando la ragazza che è franata al suolo appena fuori dalla struttura e che è stata portata via in ambulanza.
Ma altre volte i lampeggianti dei soccorritori sono tornati in zona: poco prima dell’una di notte, per recuperare una quattordicenne, poi una coetanea mezz’ora dopo per intossicazione etilica, mentre alle due abbondanti è stata la volta di un diciassettenne, trasportato in ospedale a Busto addirittura in codice rosso.
I militari, nel loro forcing per tenere la situazione sotto osservazione, le hanno provate tutte. In un paio di occasioni sono stati avvisati dagli stessi giovani dell’esplosione di risse: «In cinque stanno menando un mio amico», ha detto loro trafelato uno studente.
Definendo un altro tassello di una notte che - a margine del concerto e dei brindisi festosi che hanno riguardato la maggior parte dei partecipanti - è stata tristemente turbolenta.
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